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Ucraina. Missili su stazione ferroviaria, è strage. Mosca: «Eliminati 200 riservisti»

Lucia Capuzzi giovedì 25 agosto 2022

Il presidente Volodymyr Zelensky e la moglie Olena in ginocchio al Muro della memoria a Kiev

Non c’è stata la tradizionale parata militare a Kiev. E le sirene degli allarmi anti-aerei hanno fatto da sottofondo musicale agli eventi rigorosamente blindati del trentunesimo anniversario dell’Indipendenza. La temuta strage, però, non è accaduta nella capitale bensì nella regione orientale del Dnipro. Missili russi hanno colpito la stazione ferroviaria di Chaplyne, nella regione del Dnipropetrovsk fra Zaporizhzhia e Donetsk. Secondo Kiev sarebbero rimasti uccisi 25 civili, di cui 2 bambini. Di tutt'altro tenore la versione del ministero della Difesa russo, secondo la quale sarebbe stato colpito un convoglio di militari ucraini, con 200 vittime. "Un missile Iskander ha colpito un treno militare alla stazione di Chaplyne nella regione di Dnepropetrovsk", eliminando "oltre 200 riservisti dell'Esercito ucraino e 10 unità di equipaggiamento militare diretti verso il fronte del Donbass", si legge nell'ultimo bollettino del ministero, emesso alle 13 di giovedì, ora italiana.

ieri, a sei mesi dall'inizio della guerra le sirene hanno suonato in tutta l'Ucraina. E, per ironia della storia, la data ha coinciso con l’Indipendenza. La più anomala da quando il Paese si è separato dall’Unione Sovietica, nel 1991, e, al contempo, la più carica di molteplici significati. Mai come stavolta, in effetti, Kiev è stata al centro della ribalta mondiale. Non solo il premier britannico Boris Johnson si è recato a sorpresa nella capitale per rinnovare la solidarietà «agli amici ucraini».

Il presidente Usa Joe Biden, per non essere da meno, ha voluto annunciare proprio ieri il nuovo pacchetto di aiuti da tre miliardi. «Gli ucraini hanno ispirato il mondo», ha detto. Messaggi di solidarietà sono arrivati da oltre cinquanta Paesi, inclusa l’Italia per mano del presidente Sergio Mattarella che ha rinnovato l’impegno all’assistenza e ribadito la condanna per «la brutale e ingiustificata aggressione» e ha sottolinato che la resistenza contro l’aggressione è legittima. Nel mentre, nella Grand Place di Bruxelles, alla presenza della presidente Ue, Ursula von der Leyen, e della vicepresidente Margaritis Schinas, è stata dispiegata una bandiera gialloblu di trenta metri. Nelle stesse ore, il Consiglio di sicurezza Onu si è riunito in una seduta straordinaria alla quale, in video-conferenza, ha partecipato, nonostante l’opposizione russa, anche il presidente Volodymyr Zelensky che nel discorso ha dato la notizia del nuovo massacro ferroviario. «Così la Russia si è preparata a questo incontro», ha tuonato, per poi aggiungere: «Mosca deve mettere fine immediatamente al ricatto nucleare nei confronti del mondo». Un chiaro riferimento al nodo Zaporizhzhia, maxi-centrale situata ormai sulla linea del fronte. Il presidente ha chiesto alla Russia di cedere il controllo dell’impianto – che ha occupato da marzo – all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Ipotesi finora mai presa in considerazione da Mosca che si è limitata ad accettare l’ispezione dell’Aiea. La missione si profila «imminente», come hanno precisato lo stesso capo, Rafael Grossi, che ha deciso di guidarla personalmente. È cruciale «garantire la sicurezza della struttura per evitare l’auto-distruzione», ha dichiarato il segretario generale António Gutérres che ha definito questi sei mesi «un traguardo tragico». Perfino il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alleato di ferro di Vladimir Putin tanto da far passare i carriarmati russi sul suo territorio nel giorno dell’invasione, ha inviato gli auguri.

«Le attuali differenze non potranno mai distruggere la lunga base di sincere relazioni di buon vicinato», si legge nel messaggio, immediatamente definito «una pagliacciata» dal consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak.
Unica, per quanto scontata voce dissonante, l’ambasciatore russo all’Onu, Vasilij Nebenzya che ha denunciato la «campagna di falsità» nei confronti di Mosca. Ma «gli sponsor occidentali del regime di Kiev risponderanno del sostegno ai loro elettori», ha aggiunto.