La ricostruzione. L'agguato al Museo di Tunisi: i quattro dubbi
sabato 21 marzo 2015
1. La dinamicaIn un primo momento il vero obiettivo dell’attacco sembrava essere il Parlamento tunisino, che si trova accanto al museo del Bardo. Una versione confutata dalla rivendicazione dell’Is, che invece sostiene che il museo era l’obiettivo primario. Ancora. In un primo momento si è scritto che i terroristi indossavano divise militari, forse per travestirsi da soldati. Le foto dei cadaveri di Jabeur Kachnaoui e Yassine Laabidi provano invece che avevano abiti «civili».
2. La rivendicazioneL’Is ha rivendicato l’attacco: a certificarlo, come al solito, il “Site” di Rita Katz. È da sottolineare però che la cellula Katibet Okba Ibn Nefaa – con ogni probabilità affiliata ad al-Qaeda nel Maghreb e forse fusasi nel gennaio dello scorso anno con Ansar al-Sharia Tunisia – aveva già rivendicato l’attentato (fonte Mosaique FM). Il premier tunisino Habib Essid ha detto però che non è stata ancora identificata l’organizzazione terroristica cui apparteneva il commando.3. Gli arrestiIn totale sono nove le persone detenute dalla polizia, di cui quattro per «legami diretti con l’attacco». Tra questi figura anche la sorella di Jabeur Khachnaoui, arrestata nella casa della famiglia, nella regione di Sbitla, centro della Tunisia, stando al sito di Radio Mosaique. La giovane è una studentessa. Mosaique FM fa notare che Hatem Kachnaoui era latitante dall’arresto dei membri dell gruppo Katibet El Chebeb el Moujahed di Sbitla, formazione che era in contatto diretto con il Katibet Okba Ibn Nefaa diretto dal terrorista Lokman Abou Sakhr.Una delle 4 vittime italiane, Giuseppina Biella4. La SiriaSecondo quanto dichiarato dal blog Tunisie Secret, Jabeur Kachnaoui era stato in Siria a combattere tra le fila dei miliziani dello Stato islamico. Affermazioni che al momento non possono essere verificate ma che sono al vaglio degli inquirenti. Sta di fatto che gli esperti concordano che sono tra i tremila e cinquemila i giovani tunisini “sedotti” dall’indottrinamento dell’Is. Circa 500 sono rientrati in patria dopo aver preso parte alle operazioni militari in Siria e Iraq: quanti di essi sono pronti a colpire?