Regno Unito. Per Keir Starmer i primi cento giorni da dimenticare
Il premier laburista Keir Starmer
Proteste a Edimburgo contro il governo di Londra - Reuters
Il carico da novanta che ha azzoppato l’esecutivo è giunto invece con una spirale di rivelazioni in odore di clientelismo. Il passpartout assegnato dalla sicurezza di Downing Street all’ex banchiere Waheed Alli, milionario benefattore del partito, è stata solo la prima. Starmer è stato additato per aver accettato da Alli, e da altri generosi donatori, regali per migliaia di sterline: abiti, occhiali, biglietti per le partite dell’Arsenal e per i concerti di Taylor Swift. L’opinione pubblica, questo è il motivo del malcontento, proprio non se l’aspettava da un leader che per anni si è venduto come allergico ai privilegi. Infine, è arrivata la tempesta “Sue Grey”. Starmer è stato costretto a licenziare la sua potente capo di gabinetto, in vista già dai tempi del “Partygate” di Boris Johnson, per contenere le polemiche sul suo stratosferico stipendio (3mila sterline in più rispetto allo stesso titolare dell’esecutivo) innescate da quanti, all’interno del partito, mal digerivano la sua autorità bollata come eccessivamente restrittiva e intransigente. Il suo posto è stato preso da Morgan McSweeney, braccio destro del premier nonché architetto della sua campagna elettorale. Con l’occasione, è stato riorganizzata l’intera squadra di stanza al N. 10. Un reset straordinario, è stato notato, per un governo così giovane. Il bilancio di questa sequenza di eventi è sintetizzato, in numeri, da un sondaggio di YouGov secondo cui sei britannici su dieci (59%) disapprovano quanto fatto finora dal governo laburista. Quattro cittadini su dieci ritengono addirittura che il Paese sia in uno stato peggiore rispetto a tre mesi e dieci giorni fa. La popolarità del primo ministro, che non ha mai brillato per leadership, è in caduta libera: oggi, non piace al 63% dei britannici. Il precipitoso tramonto della luna di miele tra i britannici e partito laburista ha portato molti a sottolineare le fragilità dei “matrimoni di convenienza”. Starmer è arrivato al potere, va ricordato, più per voglia di cambiamento che per visione e carisma. Quanto può funzionare, ci si chiede, una storia che in fondo non è mai stata amore?