India. Il gesuita in cella da ottobre: padre Stan ricoverato in ospedale
Padre Stan Swamy, 84 anni e malato di Parkinson, è da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani
Non è ancora la libertà su cauzione. Almeno, però, l’Alta Corte di Mumbai ha previsto il rilascio temporaneo per 15 giorni di padre Stan Swamy dal penitenziario di Taloja per consentirgli il ricovero nell’ospedale Holy Family di proprietà della Chiesa. Il gesuita indiano 84enne, malato di Parkinson e con sintomi compatibili al Covid, è ormai allo stremo.
Ciò ha spinto i giudici a convocare un’udienza express per valutare la nuova istanza di scarcerazione presentata dalla difesa. Il 21 maggio, padre Stan aveva rifiutato la proposta del tribunale di essere internato nella clinica pubblica, dicendo di non volere privilegi ma solo il riconoscimento del diritto alla libertà condizionale.
Stavolta, i legali e i co-imputati, in cella con lui, sono riusciti a convincerlo, anche perché la Corte ha promesso di riesaminare la cauzione fra due settimane. Durante la degenza, i cui costi saranno a carico del sacerdote, quest'ultimo sarà sorvegliato da un agente.
Padre Stan è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva. La Corte ha anche permesso che padre Frazer Mascarenhas, un
compagno di padre Stan nella prigione di Taloja, dove era rinchiuso, possa fargli visita e attendere ai suoi bisogni.
Padre Stan è stato arrestato l'8 ottobre scorso con l'accusa di "terrorismo maoista" per la sua difesa dei diritti dei nativi Adivasi del Jharkhand vittime degli espropri di terre da parte delle grandi multinazionali con la complicità dei poteri locali. Originario del Kerala, ha passato quasi 50 anni nella regione tribale del Jharkhand e spesso si è scontrato con le autorità per la loro inefficienza nel difendere i diritti dei tribali.