È emergenza umanitaria in Sri Lanka mentre è scaduto l'ultimatum dato alle Tigri tamil e l'esercito di Colombo ha sferrato l'attacco finale ai pochi chilometri quadrati nel nord del paese in cui i guerriglieri Ltte si sono asserragliate. Sono oltre 49.000 i civili sfollati dalle zone di guerra che in queste ore stanno raggiungendo le tendopoli allestite in aree protette e che oramai sono al collasso.Secondo fonti dell'esercito cingalese, se ne attendono molte altre migliaia nei campi predisposti per accoglierli. Per le organizzazioni internazionali, come Croce Rossa, Nazioni Unite e Unicef, la situazione nelle tendopoli è disperata perché manca tutto, in particolare cibo e medicinali. I civili stanno scappando, scortati dagli uomini della 58/a, 55/a e della 53/a divisione dell'esercito cingalese, dalle aeree di Puthukudirippu e da Puthumathalan, attraverso la No Fire Zone (NFZ), l'area di sicurezza approntata dall'esercito nella quale ci sarebbero comunque diversi cadaveri di civili uccisi nei combattimenti.
L'ultimatum scaduto. A mezzogiorno di oggi, le 8.30 in Italia, è scaduto l'ultimatum di 24 ore che il governo del presidente Mahinda Rajapaksa aveva inviato ieri al leader dei ribelli dell'Esercito di Liberazione delle Tigri Tamil (Ltte, Liberation Tigers of Tamil Eelam) Vellupillai Prabhakaran chiedendo la resa alle truppe dell'esercito.Alla scadenza dell'ultimatum, nessun cenno da parte dei ribelli. Così i militari hanno cominciato l'avanzata verso l'ultimo bastione delle tigri nella parte nord orientale dell'isola ex Ceylon. Immagini diffuse dall'esercito cingalese e riprese da aerei ricognitori dell'aviazione di Colombo, mostrano che la battaglia è in corso, così come ribelli Tamil che fanno fuoco su civili. Un portavoce delle Tigri ha però accusato l'esercito di Colombo di bombardare obiettivi civili come ospedali, orfanotrofi e abitazioni private.Secondo la stampa cingalese, il leader dei ribelli Vellupillai Prabhakaran potrebbe decidere di arrendersi e avere la vita salva in cambio del rilascio di civili, oppure essere arrestato e sottoporsi ad un processo internazionale. Secondo altre fonti, il capo dei ribelli e i suoi luogotenenti, avrebbero indossato al collo una fiala di veleno che assumerebbero poco prima di cadere nelle mani dell'esercito per non farsi trovare vivi.
La posizione dell'India. Intanto l'India ha preso posizione contro le Ltte. In una intervista esclusiva alla televisione indiana, il primo ministro Manmohan Singh fugando ogni dubbio le ha definite "un gruppo terrorista", nonostante l'origine indiana dei Tamil. Diverso il punto di vista del primo ministro dello stato indiano del Tamil Nadu, vicino al governo di Singh, che ha inviato un messaggio al primo ministro, a Sonia Gandhi e al ministro degli esteri, per chiedere di intercedere nei confronti del governo di Colombo per far fermare il "massacro dei Tamil".