È sempre più drammatica la situazione nel nord dello Sri Lanka, dove 250 mila civili sono intrappolati nella zona assediata dall'esercito cingalese. Nelle ultime ore, oltre 2.500 persone sono fuggiti da un'area controllata dalle Tigri Tamil; secondo la radio pubblica, gli sfollati si sono spostati versa la zona di Visuamadu, da poco riconquistata dalle truppe governative, ed altri ancora - circa 3.000 persone - sono in procinto di spostarsi. Secondo la testimonianza di alcune fonti, i ribelli hanno tentato di impedire la fuga e picchiato alcune persone con catene di bicicletta. Il governo dello Sri Lanka ha respinto al mittente gli appelli della comunità internazionale che ha chiesto alle due parti un cessate il fuoco per negoziare le condizioni per la fine delle ostilità: non ci sono margini per una trattativa con le Tigri Tamil, l'unica soluzione accettabile - ha detto giovedì un portavoce - è una resa incondizionata.
L'appello della comunità internazionale. Gli Stati Uniti e l'Unione europea, ma anche il Giappone e la Norvegia, avevano fatto appello ai ribelli separatisti Tigri tamil, assediati in una piccola porzione di territorio nel nord-est dello Sri Lanka dall'esercito regolare, perché considerino la resa, scongiurando così nuovi spargimenti di sangue, soprattutto fra le migliaia di civili intrappolati nella zona. In una dichiarazione congiunta si diceva: «Probabilmente resta solo un periodo di tempo breve prima che l'Ltte (le Tigri di liberazione dell'Eelam tamil, ndr) perda il controllo di tutte le zone nel nord» dell'isola. «L'Ltte e il governo dello Sri Lanka dovrebbero riconoscere che la perdita di ulteriori vite umane, siano esse di civili o di combattenti, non gioverà a nessuno».