Usa. La squadra di Trump dice molto di come l'America cambierà nei prossimi mesi
Donald Trump e la governatrice del South Dakota Kristi Noem
Nel giorno in cui i repubblicani si assicurano il controllo della Camera, Donald Trump, nomina una raffica di fedelissimi a posti di rilievo nella sua futura Amministrazione, che si delinea dura sull’immigrazione e contro la Cina e solidamente pro Israele. Come previsto, con la conquista del seggio numero 218 in Colorado, il partito conservatore Usa ha ieri confermato la sua maggioranza alla Camera, strappando così la presa totale del Congresso, che permetterà al presidente di portare a termine senza ostacoli il suo programma elettorale.
I nomi indicati dal prossimo inquilino della Casa Bianca a capo dei principali ministeri e agenzie federali sono infatti del tutto in linea con le promesse della campagna. È probabile, ad esempio, che Trump scelga l’ex avversario alle primarie del 2016 Marco Rubio come segretario di Stato. Il senatore repubblicano della Florida è un falco della politica estera particolarmente duro con Cina e Iran che ha detto di voler porre rapidamente fine alla guerra in Ucraina. In quanto cubano-americano, sarebbe il primo latinoamericano a rivestire questa posizione.
La governatrice del South Dakota Kristi Noem è destinata invece a diventare segretario per la sicurezza interna. Noem, è una forte alleata di Trump, ma la sua carriera politica sembrava bruciata qualche mese fa quando aveva rivelato, nella sua autobiografia, di aver ucciso a sangue freddo il suo giovane cane da caccia perché non si era dimostrato all’altezza del suo compito. La governatrice ha promesso di portare a termine un forte giro di vite sull’immigrazione, compito nel quale sarà aiutata da Tom Homan, il nuovo “zar dei confini”. Capo dell'Ice (la temuta polizia anti-migranti) nei primi anni della prima amministrazione Trump, Homan, fu il volto di misure fortemente criticate come il muslim ban e la separazione dei bambini dai genitori alla frontiera. Ora ha assicurato che aumenterà le incursioni sul posto in cerca di persone da deportare.
Il triumvirato anti-immigrati sarà completato da Stephen Miller, che di quelle misure di “tolleranza zero” fu il discusso architetto, e torna ora come vice capo dello staff. Come suo diretto superiore il presidente designato ha voluto Susie Wiles, la «ragazza di ghiaccio», come l'ha chiamata Trump nel discorso della vittoria ringraziandola per aver guidato la sua campagna al trionfo. Sarà la prima donna capo dello staff, una posizione esecutiva di forte rilievo, alla Casa Bianca.
Il ruolo di massimo funzionario della sicurezza nazionale di Trump sarà ricoperto da Mike Waltz, un veterano dell’esercito che è stato il primo Berretto Verde eletto al Congresso, e che ha attaccato senza riserve la politica estera di Biden, colpevole a suo dire di aver «reso la Cina vincitrice». Altro nemico giurato di Pechino oltre a Rubio, dunque, il deputato newyorkese è anche scettico sulla Nato, e ha definito «patetico» che meno della metà degli alleati abbia rispettato i propri obiettivi di spesa militare.
L’eco-scettico Lee Zeldin guiderà l’Epa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente. Trump ha detto di averlo scelto per la sua «fortissima competenza legale» che gli permetterà di combattere «per le politiche America First» e di «garantire decisioni di deregolamentazione giuste e rapide che saranno attuate in modo da liberare il potere delle imprese americane mantenendo allo stesso tempo i più alti standard ambientali».
Elise Stefanik, che presiede la conferenza repubblicana della Camera e ha appena vinto il suo quinto mandato come deputata dello stato di New York, sarà la prossima ambasciatrice alle Nazioni Unite. Convinta difensore di Israele e feroce critica dell’Onu, Stefanik è un’alleata instancabile di Trump che ha difeso con accanimento nel 2019 durante il primo processo di impeachment contro l’allora presidente. Non ha esperienza diplomatica, ma si è fatta notare la scorsa primavera per aver interrogato con durezza i presidenti delle università sulle proteste su Gaza che avvenivano nei loro campus, ottenendo le dimissioni di due di loro.