Stati Uniti. Armi nelle scuole, provocazioni e stragi vere: 10 morti in liceo del Texas
La provocazione e la strage vera. Dieci morti, nove studenti e un professore, nella sparatoria avvenuta in una scuola superiore di Santa Fe, in Texas. L'autore è uno studente di 17 anni, identificato come Dimitrios Pagourtzis, ora sotto custodia della polizia. I suoi account sui social media mostrano una foto del 17enne con una t-shirt recante la scritta "Born to kill” (nato per uccidere) ed altre immagini di una lunga giacca verde con simboli nazisti. Lo sceriffo locale ha confermato che una seconda persona è stata arrestata: secondo alcune fonti sarebbe un complice del killer. La polizia ha trovato anche degli ordigni rudimentali sia all'interno della scuola che all'esterno del campus: gli artificieri si sono messi subito al lavoro. Si tratta di tubi bomba e pentole a pressione modificate.
Un'altra sparatoria a scuola, dunque, avvenuta per caso nello stesso giorno in cui Kaitlin Bennett, 22 anni, studentessa della Kent University in Ohio, ha scelto di recarsi alla sua laurea con un vestito corto bianco, tacchi e un vistoso mitra lungo quasi la sua altezza. Un messaggio chiaro, ribadito anche sul cappello da laurea che tiene in mano, «Vieni a prenderlo», si legge sotto l'immagine di un fucile Ar-10. Kaitlin è infatti una sostenitrice del secondo emendamento, del «diritto» quindi a portare armi, e anche nei campus universitari. L'immagine, postata dalla stessa giovane su Instagram, ha suscitato moltissime polemiche e critiche negli Usa, dove frequenti sono le stragi nei campus.
E dove, dall’ultima strage a Parkland, in Florida, sono aumentate le manifestazioni degli studenti contro la diffusione di armi. «Ora che mi sono laureata alla Kent State – si legge nel tweet di Kaitlin diventato subito virale – posso finalmente girare armata nel campus. Avrei dovuto poterlo fare da studentessa, soprattutto perché quattro studenti disarmati furono uccisi dal governo in questo campus». L'episodio si riferisce al 1970 durante un periodo di rivolte per l'invasione americana in Cambogia nel corso della guerra del Vietnam. Gli studenti si scontrarono con la guardia nazionale, la quale aprì il fuoco e uccise quattro ragazzi. Ora però a sparare sono quasi sempre giovani come Kaitlin.
La posizione di Trump
Dopo la nuova strage di oggi a Santa Fe, il presidente americano Donald Trump ha promesso di fare tutto il possibile per fermare le sparatorie. "Sono determinato a fare tutto ciò che è in mio potere per fermare le sparatorie", ha dichiarato Trump. Il presidente ha inoltre confermato la presenza di un agente ferito, ricoverato in ospedale e di cui non si conoscono le condizioni. "Sono in corso perquisizioni per verificare la presenza di altri studenti feriti o nascosti nell'istituto e che non ci siano ordigni", ha concluso Trump che ha espresso "condoglianze e preghiere per le vittime".
Nei giorni scorsi il presidente Usa aveva presenziato all’annuale convention della Nra, la potente lobby delle armi, ribadendo il diritto degli americani a portare armi e la necessità che anche insegnanti e operatori scolastici siano armati, per difendere gli studenti. Una posizione che non ha mancato di provocare nuove critiche contro Trump.
Dopo quella di Santa Fe, in Texas, c'è stata anche un'altra sparatoria nelle ultime ore in Georgia, sempre negli Stati Uniti. Secondo quanto riferisce FoxNews, una donna è stata uccisa in un parcheggio di una 'high school' nella parte meridionale di Atlanta, mentre si teneva la cerimonia di diploma del 'Perry Learning Center'. La donna è morta per numerosi colpi d'arma da fuoco, mentre un'altra persona è stata ferita ad una gamba e una donna incinta è stata ricoverata per il trauma seguito all'aver assistito alla tragedia.