Alla
fine Madrid chiederà aiuto all’Europa. Avvitata in una crisi bancaria
che non sembra lasciare scampo, ha bisogno urgente di capitali per
puntellare una fuga di depositi – cento miliardi solo nei primi tre mesi
dell’anno – che rischia di schiacciare il Paese e le sue finanze
pubbliche. Il ministro del Bilancio, Cristobal Montoro, abbandonando la
cautela delle ultime settimane, si è appellato in modo esplicito alle
istituzioni e ai leader comunitari: mettano a disposizione fondi per le
banche spagnole, ha detto, «non parliamo di cifre astronomiche». Una
sorta di preambolo alla richiesta formale di salvataggio da parte di Ue e
Fmi, come chiede la Germania. «Il premio di rischio indica che la
Spagna non ha le porte aperte ai mercati», ha detto Montoro. Gli ha
fatto eco il premier Mariano Rajoy: «Abbiamo un problema di
finanziamento, liquidità e sostenibilità del debito».Ecco allora
che, forse più che sulle decisioni del board, gli occhi domani saranno
puntati sulle parole di Mario Draghi. Anche perché l’unione bancaria e
fiscale in Europa, indicate proprio dal governatore della Bce,
cominciano a fare breccia e se ne parlerà a fine mese. Draghi potrebbe
addentrarsi maggiormente sulle prossime mosse per salvare la Spagna:
assicurazione europea, non più nazionale, dei depositi bancari;
salvataggio diretto delle banche attraverso il fondo salva-Stati, tema
su cui la Bundesbank solleva obiezioni con cui occorre fare i conti, e
vigilanza sulle banche sistemiche ceduta all’Europa a scapito dei poteri
nazionali. In ogni caso, per far fronte all’emergenza immediata, spetta
all’Eurotower approntare quelle misure estreme per assicurare il
funzionamento del credito e la stabilità sui mercati. In particolare
potrebbe vedersi una terza riedizione del maxi-prestito «Ltro» dopo le
due tranche di dicembre e febbraio. Secondo il quotidiano tedesco Die
Welt «la Spagna potrebbe richiedere un aiuto precauzionale ancor prima
delle elezioni in Grecia e prima di presentare una relazione sullo
situazione delle sue banche».I mercati restano intanto con il
fiato sospeso. Dopo aver altalenato tra lievi guadagni e modeste
perdite, i listini del Vecchio Continente hanno terminato in rialzo
contenuto, fatta eccezione per Francoforte (-0,15%) che ha rivisto i
minimi da 5 mesi soffrendo i dati sulla congiuntura molto deludenti. Lo
spread ha chiuso a quota 440 dopo una breve puntata a 450 punti e l’euro
ha tentato il recupero sopra 1,25 dollari per poi terminare attorno a
1,2450.Tra scambi rarefatti per la chiusura di Londra per il Giubileo della Regina (riapre oggi,
ndr),
la piazza migliore è stata Parigi (+1,07%). A seguire Milano (+0,63%),
grazie alla discreta intonazione dei bancari. Buona tenuta per Madrid
che archivia un +0,45%, sempre grazie ai bancari. Domani il Tesoro
spagnolo emetterà titoli a medio e lungo termine e per Madrid sarà un
test per capire se sta perdendo l’accesso al mercato. Per l’Italia
arriva intanto un nuovo messaggio rassicurante del direttore generale
del Tesoro per il debito pubblico, Maria Cannata, che riscontra come il
nostro Paese sia ora percepito più solido, malgrado le tensioni per la
crisi europea abbiano fatta diminuire l’interesse degli investitori
esteri mentre ci sono «più investitori italiani».