Nulla di fatto in Spagna. Il Paese
torna infatti a votare, come oramai previsto, il prossimo 26
giugno. Al termine dell'ultimo giro di consultazioni "non esiste
un candidato che abbia il sostegno necessario per avere la
fiducia in Parlamento". Secco il comunicato, riportato dalla
stampa spagnola, del re Felipe VI che ha riferito del fallimento
dei colloqui con i leader dei partiti, avviando di fatto il
Paese verso nuove elezioni, vista la scadenza del 2 maggio per
formare un nuovo governo.
Il primo ministro uscente, Mariano Rajoy, è stato l'ultimo
tra i leader politici ad incontrare il re alla Zarzuela,
annunciando per la terza volta consecutiva, di non avere i voti
necessari, anche se il suo partito aveva vinto le elezioni a
dicembre. Poi Felipe VI ha ricevuto il presidente del Congresso,
Patxi Lopez, per comunicargli la sua decisione. In precedenza,
il monarca aveva incontrato il leader del Psoe, Pedro Sanchez,
che lo aveva informato che anche la proposta in extremis fatta
questa mattina non aveva raccolto il sostegno necessario.
Il leader socialista ha accusato in particolare il leader
della formazione post-indignados Podemos, Pablo Iglesias insieme
al premier Rajoy di non avere voluto formare un governo di
coalizione, per la loro mancanza di volontà. I socialisti si
erano già sottoposto al voto del Congresso il 2 e il 4 marzo
scorso, e in entrambi i casi avevano ottenuto solo i voti del
suo partito, di Ciudadanos (con il quale aveva firmato un patto
almeno fino a questo settimana) e della Coalition Canaria.
Lo scorso 12 aprile il re aveva deciso di ricevere nelle
giornate di ieri e oggi i vari rappresentanti politici del
Parlamento per vedere se poteva trovare un candidato premier in
grado di ottenere il sostegno del Congresso oppure passare
inevitabilmente allo scioglimento del Parlamento e indire dunque
nuove elezioni.
Dopo l'incontro con il monarca, Pedro Sanchez ha annunciato
che il re gli avrebbe "raccomandato" di non portare avanti una
campagna elettorale di accuse su quanto avvenuto in questi mesi
ma mirata a discutere proposte sul "futuro" del Paese.
Le ultime elezioni politiche si erano svolte il 20 dicembre
scorso, rompendo di fatto decenni di bipartitismo, ed innescando
una crisi politica senza precedenti. Uno stallo politico
concretizzatosi a gennaio quando il premier uscente, Rajoy,
aveva rinunciato al tentativo di formare un nuovo governo
in mancanza del necessario sostegno parlamentare.
I successivi tentativi di Sanchez non sono riusciti a
coagulare il sostegno necessario ad un nuovo esecutivo, fino
alla giornata di oggi, che ha sancito il fallimento delle
consultazioni.