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Madrid. Spagna, Rajoy cancella l’aborto di Zapatero

Lucia Capuzzi sabato 21 dicembre 2013
L'autore è il responsabile della Giu­stizia, Alberto Ruiz-Gallardón. E, ieri, il Consiglio dei ministri l’ha approvata. Fin dal nome – Legge organica per la protezione del concepito e della don­na incinta – si capisce che la nuova nor­mativa sull’aborto targata Partido Popular ribalta di 360 gradi la misura-Zapatero. Che liberalizzava l’interruzione di gravidanza nelle prime 14 settimane. Anche per le 16 e 17enni senza il consenso dei genitori. O­ra, il provvedimento ritorna alle linee gui­da del 1985, mantenute fino al 2010, quan­do il governo socialista varò lo “strappo”.  Una donna può mettere fine alle gestazio­ne in due casi specifici: stupro, regolar­mente denunciato, o rischio per la salute fi­sica e psichica della madre, certificato da u­no specialista. L’avvallo medico è stato in­trodotto per evitare le “scorciatoie” della precedente legislazione, in cui l’eventuale danno per la mamma era utilizzato in mo- do alquanto “flessibile”. In entrambe le si­tuazioni, le donne potranno sottoporsi al­l’intervento fino alla 22esima settimana. Scompare, invece, la possibilità di inter­rompere la gravidanza per malformazione del feto. Anche su tale punto la formula­zione è volutamente nebulosa. L’aborto sarà consentito nel caso di un elenco tas­sativo di «incompatibili con la vita» e non per qualunque forma di disabilità. Si tratta, però, di una dei punti più spinosi del testo che sarà precisato nella successi­va discussione in Aula. Il provvedimento è chia­ro sulla questione minorenni: queste ultime po­tranno interrompere la gravidanza – nei casi consentiti dalla legge – solo con il consenso e­splicito dei genitori. Tra le principali innovazioni, però, c’è la non punibilità della donna che abortisce. «Si tratta di una vittima e non di una criminale», ha pre­cisato Gallardón. Per questo, nonostante al di fuori dei casi previsti l’aborto sia un delitto, chi vi sottopone non può essere incarcerato. In cel­la, invece, finiranno coloro che praticheranno gli interventi in modo illegale. Il provvedimento, infine, garantisce il diritto di obiezione di coscienza per tutto il personale sa­nitario. Dopo il via libera del Consiglio, il testo dovrà passare per il Parlamento dove il partito di Mariano Rajoy ha la maggioranza. L’esito del­la battaglia in Aula, però, non appare scontato. I socialisti hanno già annunciato che cerche­ranno con ogni mezzo di frenare quella che de­finiscono «una controriforma». Da qui la ri­chiesta del voto segreto.