Il manifesto che annunciava la cerimonia, il 27 dicembre a Madrid, rappresentava una famiglia – la Sacra Famiglia, ma anche un comune nucleo formato da padre, madre e figlio – sul classico sfondo blu-Ue, circondata dalle stelle dell’Europa. Lo slogan scelto dall’arcidiocesi di Madrid e dal Cammino neocatecumenale – «Il futuro dell’Europa passa per la famiglia» – si ispira a una frase pronunciata da Giovanni Paolo II, nel 1982, proprio nella stessa Piazza di Lima dove si celebrerà l’eucaristia. Ventisette anni dopo, quelle parole appaiono ancora più attuali. La stessa Spagna che oggi è fanalino di coda della demografia europea e laboratorio di numerosi strappi legislativi in direzione opposta alla famiglia tradizionale, è stata ospite anfitrione di una Eucarestia della Famiglia che ha visto la partecipazione di oltre 700mila persone. Nonostante il freddo, nonostante la neve, a Madrid sono arrivate famiglie da tutta Europa: 13.000 italiani, per lo più del Cammino Neocatecumenale, ma anche di diverse diocesi, francesi, olandesi, tedeschi, polacchi. Da tutto il Paese iberico, sono attesi 800 autobus. Lontano dallo spirito delle manifestazioni, domenica a Madrid si pregherà. «Non è una manifestazione né una concentrazione. È un momento di incontro e preghiera per ringraziare Dio e chiedergli di aiutare le famiglie, l’Europa, la Spagna», ha assicurato Maria Rosa de la Cierva, segretaria generale della provincia ecclesiastica di Madrid. «È una giornata di grande festa – come ha spiegato il presidente della sottocommissione episcopale Famiglia e Vita della Conferenza spagnola, il vescovo di Alcalà Juan Antonio Reig Pla – per promuovere una società degna per la persona umana, che rispetti la vita e l’amore dei coniugi». Un’orazione per oggi e per il futuro: «Nella misura in cui l’Europa avrà famiglie solide, un ambito dove può nascere la vita umana e dove questa può essere educata, custodita con la pedagogia propria dell’amore, allora l’Europa sarà forte e la Spagna sarà forte» ha detto monsignor Reig Pla. Il messaggio che verrà lanciato dalla Piazza di Lima sarà chiaro: «Ancorati alla fede di Gesù Cristo, con il senso di appartenenza alla Chiesa, i nostri coniugi, nonostante la precarietà e le difficoltà, vogliono vivere un amore fedele e aprirsi generosamente alla vita». La Spagna, il Paese con «la natalità più bassa di tutta Europa», ha bisogno «di una grande risposta solida e decisa da parte delle proprie famiglie, affinché attraverso una natalità generosa possiamo mantenere la civiltà cristiana che ha dato senso ai popoli spagnoli».Una generosità che la madrilena Isabel Rubiales conosce bene. Sposata con Juan Carlos Cerdán, madre di quattro figli (di 10, nove, sette e due anni), Isabel spiega ad
Avvenire perché è stato importante per la sua famiglia partecipare all’incontro del 27. «Nella nostra società, la famiglia ultimamente è colpita. In Europa ci dedichiamo a invecchiare, invece che fare figli. Ma noi ci crediamo profondamente: Gesù è in mezzo a noi, alle nostre famiglie. Partecipare alla cerimonia di domenica significa riconfermarlo. Senza di Lui, non sarebbe possibile andare avanti». Quest’anno l’incontro ha avuto un significato ulteriore: «È l’Europa che si unisce e le famiglie che si sentono più protette». Una risposta positiva a tante occhiate critiche, a tanta sfiducia: Isabel racconta degli sguardi scettici che incassa per strada o a scuola, quando spiega che è madre di quattro bambini. Non importa, assicura. Ma è triste sapere che socialmente «chi non ha figli è ben visto» e chi ne ha quattro suscita immediatamente perplessità. Oltre a quaranta vescovi spagnoli e al cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, alla cerimonia hanno partecipato quattordici fra vescovi e cardinali provenienti da tutta l’Europa: fra di loro Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia; Agostino Vallini, vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma; Stanislao Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici; Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum.
Il collegamento con il Papa. Fondamentale e molto sentito il collegamen to con piazza San Pietro e con il Papa durante l'Angelus. Salvaguardare la famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna, "poiché essa è di enorme importanza per il presente e il futuro dell'umanita". È il messaggio che papa Benedetto XVI ha lanciato in occasione dell'Angelus in piazza San Pietro e che è stato ascoltato anche a Madrid dove in Plaza de Lima migliaia di persone stanno partecipando a una messa 'per la famiglià organizzata dai vescovi spagnoli. "I primi testimoni della nascita del Cristo, i pastori - ha detto il Papa - si trovarono di fronte non solo il Bambino Gesù, ma una piccola famiglia: mamma, papà e figlio appena nato". "Dio havoluto rivelarsi nascendo in una famiglia umana, e perciò la famiglia umana è diventata icona di Dio, che è Trinità, comunione d'amore", ha aggiunto il Pontefice."La famiglia ne è la prima e più immediata espressione - ricorda Benedetto XVI - L'uomo e la donna, creati ad immagine di Dio, diventano nel matrimonio 'un'unica carnè, cioè una comunione di amore che genera nuova vita". "La famiglia umana è dunque - ha concluso paap Ratzinger - icona della Trinità sia per l'amore interpersonale, sia per la missione di procreare la vita".