Un funzionario della Commissione Ue di stanza in Siria è stato ucciso martedì da un razzo alla periferia di Damasco. Ahmad Shehade, giornalista e attivista siriano, aveva lavorato come consulente per il dipartimento economico della delegazione europea a Damasco. Laureato in Economia all'università di Damasco nel 2003, Shahade era originario di Daraya, cittadina nota per esser stata la culla sin dalla fine degli anni '90 del movimento di dissenso non violento.Shahade aveva partecipato sin dall'inizio alle proteste pacifiche della primavera del 2011 ed era finito per due volte in carcere, rimanendovi in tutto per circa sette mesi. Con l'inasprimento della repressione e la militarizzazione della rivolta, Shahade era rimasto a Daraya - città ormai semidistrutta - e si era dedicato al lavoro di giornalista e alle attività di soccorso umanitario.
Bambini nel mirino Due milioni di bambini intrappolati all'interno del territorio siriano sono vittime innocenti di un conflitto sanguinario che ha già fatto 70mila vittime. Malnutrizione, malattie, gravi traumi e matrimoni precoci per leragazzine sono ormai un rischio costante in Siria, come denuncia il nuovo rapporto “Bambini Sotto Tiro” diffuso oggi da Save the Children. Ad aggravare ulteriormente la situazione, un numero sempre maggiore di bambini in Siria viene reclutato da gruppi armati, da entrambe le parti in conflitto, per essere usati come staffette al fronte o peggio ancora, come scudi umani. Dopo due anni di violenze, il rapporto denuncia l'impatto devastante della guerra sui bambini, che faticano a trovare il cibo, a decine di migliaia sono costretti a vivere nascosti in fienili, parchi o nelle grotte, senza servizi igienici, e senza scuola, perché la gran parte degli insegnati sono fuggiti. In un paese dove il 90% dei bambini andava a scuola (la percentuale più elevata del Medio Oriente), più di duemila scuole ora sono state distrutte o danneggiate, altre vengono utilizzate come rifugio. In alcune zone, con il prezzo del combustibile salito del 500%, i giorni più freddi dell'inverno hanno costretto gli sfollati a bruciare i banchi per potersi scaldare, in un circolo vizioso che toglie anche in questo modo futuro ai bambini. Le drammatiche condizioni dei bambini in Siria risultano evidenti nelle testimonianze raccolte tra i minori rifugiati in Turchia : un bambino su tre è stato aggredito, percosso o raggiunto dagli spari prima di fuggire, quasi un terzo dei minori è solo perché è stato separato dalla famiglia, e con 5mila vittime del conflitto ogni mese 3 bambini su 4 hanno sperimentato direttamente la morte di un familiare o di un amico stretto. Per molti ci sono segni evidenti delle gravi conseguenze psicologiche di quello che hanno vissuto. «Per milioni di bambini siriani, l'innocenza dell'infanzia è stata spazzata via dalla cruda realtà di una guerra viziosa alla quale cercano di sopravvivere in qualche modo - spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - È ora di dire basta tutto questo, perché la vita di troppi bambini in Siria è sempre più vicina a un punto di non ritorno. Dobbiamo fermare le violenze e consentire l'accesso degli aiuti in tutto il territorio»