Siria. Altolà di Biden all'Iran: «Non vogliamo conflitti ma siamo decisi»
Il capo degli Stati Maggiori riuniti degli Stati Uniti, Mark Milley, in visita settimana scorsa in un avamposto Usa nel nordest della Siria
Gli Stati Uniti «agiranno con decisione» per proteggere gli americani. Dopo il contrattacco in Siria, Joe Biden alza la voce e assicura l’Iran che Washington non esiterà ad agire se si sentirà minacciata, in Siria o altrove. Il presidente Usa sembra dunque pronto ad aprire un secondo fronte, sebbene per procura, affrontando Teheran sul territorio siriano mentre è ancora impegnato a contenere la Russia su quello ucraino. La differenza è che in Siria il capo della Casa Bianca ha agito direttamente, ordinando raid aerei contro le forze sostenute da Teheran in risposta all'attacco di giovedì contro la base di Hasakah, nel nord est del Paese, in cui è rimasto ucciso un contractor americano e feriti cinque soldati e un altro contractor.
Secondo il Pentagono l’attacco è stato condotto da un drone iraniano, alimentando i timori Usa nei confronti del programma di droni iraniani, comparsi anche in Ucraina. «Gli Stati Uniti non cercano di provocare un conflitto con l’Iran, ma agiremo con forza per proteggere i nostri cittadini – ha dichiarato Biden dal Canada –. Non ci fermeremo».
Giovedì due F-15 americani hanno attaccato due siti usati dalle milizie sostenute dai Guardiani della rivoluzione iraniani uccidendo, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, 19 miliziani. Il giorno dopo, una base americana vicina ad al-Omar è stata attaccata.
L'Iran è un importante sostenitore del presidente Bashar al-Assad. Le milizie filo-iraniane, tra cui il gruppo libanese Hezbollah, dominano aree della Siria orientale, meridionale e settentrionale e intorno alla capitale.