REPRESSIONE DEL DISSENSO. Siria, un bagno di sangue alla vigilia del referendum
Il sangue continua a scorrere in Siria alla vigilia del referendum sulla nuova Costituzione e all'indomani del vertice di Tunisi del gruppo di contatto "Amici della Siria", cui hanno partecipato 60 tra Paesi e organizzazioni occidentali e della Lega Araba per condannare la sanguinosa repressione della rivolta a opera del regime. L'ultimo bilancio fornito dagli attivisti dei Comitato di coordinamento locale parla di almeno 75 morti. E la Croce Rossa non può evacuare i feriti dal quartiere di Bab Amro, nella martoriata città di Homs, perché non c'è il permesso del regime.Domenica 14 milioni di elettori sono chiamati alle urne per confermare la nuova Carta. La Costituzione è stata scritta nell'ambito delle "riforme" promesse dal presidente Bashar al-Assad e prevede l'apertura formale al multipartitismo, al posto del dominio assoluto del Baath.Intanto continuano le operazioni delle forze governative contro le roccaforti del dissenso e il Comitato internazionale della Croce Rossa tratta per proseguire l'evacuazione dei feriti da Bab Amro, il quartiere di Homs da 22 giorni sotto il fuoco dei militari. L'opposizione, che vuole l'uscita di scena di Assad (al poteredal 2000), ha invitato i siriani a boicottare il voto e aderire a uno sciopero generale per protestare contro il bagno di sangue in corso da metà marzo dello scorso anno, quando sono iniziate le proteste antigovernative. Da allora, secondo gli attivisti, sono state uccise almeno 7.600 persone.