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Ginevra. Siria, è stallo. Le suore rapite: stiamo bene

ee martedì 11 febbraio 2014

Il mediatore di Onu e Lega araba per la Siria, Lakhdar Brahimi, ha ammesso che alla seconda tornata di negoziati in corso a Ginevra si stanno facendo "pochi progressi"."Non ho molto da dirvi", ha spiegato ai giornalisti al termine di una riunione a cui hanno partecipato contemporaneamente rappresentanti del regime e dell'opposizione, "tranne che l'inizio di questa settimana è laborioso come il precedente negoziato, non stiamo facendo molti progressi".Mercoledì riunione a tre con russi e americaniBrahimi ha riferito di aver proposto alle parti di affrontare contestualmente i temi che ciascuna di esse considera prioritari, lo stop alle violenze per il regime e il negoziato per un governo di transizione per l'opposizione: "Sono due temi importanti e possiamo affrontarli in parallelo". L'inviato Onu ha annunciato che mercoledì avrà una riunione a tre con il vice ministro degli Esteri russo Ghennady Gatilov e il vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman.Homs, evacuati 1.151 civiliL'Unicef ha confermato che sono finora 1.151, tra cui 500 bambini, i civili evacuati da Homs da parte dell'Onu e della Mezza Luna Rossa siriana. I bambini, le donne e gli anziani sono stati trasferiti in rifugi o accolti da familiari che vivono in altre aree della città, ha spiegato la portavoce Marixie Mercado. Oggi, martedì, l'evacuazione è stata "sospesa oggi per problemi logistici e tecnici", ha reso noto il governatore Talal,Barazi, precisando che dovrebbe riprendere domani.

Londra: il primo kamikaze britannicoLe autorità di Londra hanno confermato che il primo kamikaze britannico si è fatto esplodere in Siria. Secondo la Bbc, l'uomo si sarebbe lanciato la scorsa settimana con un camion imbottito di esplosivo contro il carcere di Aleppo.Il video delle suore rapite da MaalulaLunedì sera un segno di speranza: sono ri­comparse in video le 12 suore rapite a Maalula due mesi fa. In una ripresa a­matoriale di circa quattro minuti, madre Pelagia Sayyaf, superio­ra del convento di Santa Tecla, afferma: «Stiamo bene, non ci manca nulla, ma speriamo presto di tornare a casa, al no­stro convento». Con lei altre monache. Una voce fuori campo poi afferma: ci sono trattative per far uscire quanto pri­ma le suore e portarle in un luogo sicu­ro. «Il regime - conclude la voce - tenta però in ogni modo di far fallire quest’a­zione e di dare poi la colpa ai combat­tenti».