Mondo

Ginevra 2. Siria, il Papa: «Dio tocchi il cuore di tutti»

mercoledì 22 gennaio 2014
Negoziati in salita alla conferenza di pace sulla Siria che si è aperta a Montreux, in Svizzera, dove fin dai primi interventi è emersa la grande distanza tra le parti in conflitto e tra i loro sponsor. Ad incendiare il clima è stato il ministro degli esteri di Damasco Walid al-Muallem: "Sangue siriano sulle mani di alcuni partecipanti". Dura replica del dipartimento di Stato Usa: "Retorica incendiaria".E in serata, in conferenza stampa, il segretario di Stato americano John Kerry alla domanda se sia ancora valida l'opzione militare ha risposto: "Il presidente Obama non toglie mai nulla dal tavolo". "Era legata all'uso di armi chimiche - ha spiegato -. Ora la questione è risolta, ma vediamo cosa succede in futuro".La giornata: il regime attaccaIl segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha aperto i lavori a cui partecipano 39 Paesi sottolineando che questo tavolo è "un'opportunità per mostrarsi uniti nella ricerca di una soluzione politica" e ha sollecitato "un negoziato in buona fede". Ban ha lanciato un appello, ripetuto da molti leader, "per consentire l'accesso umanitario" a migliaia di persone in Siria che sono "senza assistenza da mesi" e soffrono la fame. "Non c'è alternativa a cessare la violenza e a una soluzione politica. Ecco perchè siamo qui", ha affermato.Alla conferenza è arrivato anche un messaggio di Papa Francesco che ha chiesto che non si risparmi "alcuno sforzo per giungere con urgenza alla cessazione della violenza e alla fine del conflitto che ha già causato troppe sofferenze". Il Pontefice ha auspicato un "cammino di riconciliazione".Un cammino che appare quanto mai difficile a giudicare dai toni usati in sala: il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avvertito che Bashar al-Assad non potrà far parte della transizione politica in Siria, lamentando che tiene "un intero Paese e un'intera regione in ostaggio". Pronta la replica del ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem: "Nessuno al di fuori dalla Siria ha il diritto di rimuovere dal potere il presidente Assad, solo i siriani hanno il diritto di decretarne la rimozione". Poi ha accusato l'opposizione di terrorismo e le monarchie sunnite del Golfo (mai nominate) di "esportare il terrorismo e di usare i petroldollari per comprare armi". Ahmad Jarba, leader della Coalizione nazionale dell'opposizione siriana, ha chiesto al regime di cedere il potere a un'autorità transitoria: "Ora per noi il tempo Da Ginevra non ci si aspettano che risultati parziali.Due gli obiettivi, da venerdì i tavoli dei negoziatiGli obiettivi principali sono due: un'intesa su tregue locali, per l'apertura di corridoi umanitari, come richiesto da Ban e da molti ministri tra cui Emma Bonino per "proteggere uomini, donne e bambini", e un accordo di principio su un cessate il fuoco duraturo, che accompagni un processo di transizione politica. "Credo ci sia possibilità affinché i negoziati possano cominciare venerdì - ha detto il ministro Bonino. Se non troviamo un compromesso dobbiamo vergognarci tutti". Da Teheran il presidente iraniano Hassan Rohani, al cui Paese è stato ritirato l'invito presentato dall'Onu, ha giudicato "improbabile che i colloqui tra il governo siriano e i suoi oppositori abbiano successo".La guerra infinitaIntanto in Siria si combatte senza tregua, con bombardamenti del regime su Saydnaya, a nord di Damasco, e 10 soldati uccisi nella vicina Zabadani. Ad Aleppo, nel nord, è tornato ad atterrare un aereo dopo più di un anno, ora che i lealisti controllano la zona dell'aeroporto. ​