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Cronologia. Siria, 5 anni di guerra: le date cruciali

venerdì 11 marzo 2016
Il prossimo 15 marzo, la devastante guerra in Siria - iniziata nel 2011 - entrerà nel suo sesto anno. Queste le date emblematiche del conflitto: - 15 MARZO 2011: Iniziano manifestazioni senza precedenti nel Paese, governato con il pugno di ferro da quarant'anni dal regime Assad (prima Hafez al Assad, poi suo figlio Bashar). Alcuni piccoli cortei sono dispersi con la forza a Damasco, ma è soprattutto a Deraa (sud) che il movimento acquista portata, in seguito agli arresti e alle torture di giovani sospettati di aver scritto slogan antiregime sui muri. Washington, Parigi e Londra condannano la "repressione violenta dei manifestanti", mentre il regime denuncia una "rivolta armata di gruppi salafiti". La contestazione prima si radicalizza, con appelli alla caduta del regime, poi si allarga.- 17 LUGLIO 2012: L'Esercito siriano libero (Esl), principale componente della rivolta che unisce i civili che hanno imbracciato le armi con i disertori, lancia la battaglia di Damasco, ma il regime controlla con fermezza la capitale e la difende. Tre giorni dopo, i ribelli lanciano la battaglia di Aleppo (nord), divisa tra le zone controllate dai ribelli e le zone controllate dal regime. - 30 APRILE 2013: Hassan Nasrallah, leader dell'organizzazione estremista sciita libanese Hezbollah, riconosce che i suoi combattenti sono schierati al fianco del regime. Assad infatti fa parte della comunità alawita (10 per cento della popolazione), espressione dell'islam sciita, mentre la maggior parte della popolazione è sunnita. - 21 AGOSTO 2013: Sono attaccate due zone controllate dai ribelli nei pressi di Damasco. Il regime è accusato di aver usato il gas sarin e di aver provocato, secondo Washington, la morte di 1.400 persone. A settembre, un accordo russo-americano sullo smantellamento dell'arsenale chimico siriano ferma in extremis la minaccia di raid di Washington. - 14 GENNAIO 2014: Le milizie jihadiste dello Stato Islamico in Iraq e nel Levante (Isil, poi Daesh) conquistano la città di Raqqa (nord) dopo combattimenti con i gruppi ribelli rivali. Si tratta del primo capoluogo di provincia a sfuggire completamente dal controllo del regime. A fine giugno, l'Isil decide di assumere la denominazione di Stato Islamico e annuncia la creazione di un "califfato" nelle zone conquistate in Siria e nel vicino Iraq. Nel 2013 le milizie jihadiste, in particolare i membri del Fronte al Nusra (filiale siriana di al Qaida), riescono a rafforzare la propria presenza nel nord. - 9 MAGGIO 2014: La Città Vecchia di Homs, nel centro del Paese e soprannominata dagli oppositori "capitale della rivoluzione", torna in mano all'esercito dopo un assedio di due anni e durissimi combattimenti. I ribelli se ne andranno poi dall'ultimo quartiere di Homs a fine 2015. - 26 GENNAIO 2015: Il Daesh è cacciato da Kobane, alla frontiera con la Turchia, dopo più di quattro mesi di feroci combattimenti guidati dalle forze curde con il sostegno dei raid della coalizione antijihadista sotto comando degli Stati Uniti. I curdi rappresentano il 15 per cento della popolazione siriana. - 28 MARZO 2015: Una coalizione composta da jihadisti, in particolare di al Nusra, e altri gruppi fondamentalisti islamici sunniti, si impadronisce di Idlib, nordovest del Paese. A maggio Assad ammette che le sue truppe hanno subito alcune sconfitte, mentre a luglio parla di una "carenza di risorse umane" nell'esercito. - 30 SETTEMBRE 2015: La Russia, alleata del regime, intraprende una campagna aerea contro i gruppi "terroristici", tra i quali il Daesh. Ma i ribelli e gli occidentali accusano Mosca di prendere di mira soprattutto le altre organizzazioni ribelli e non il Daesh. L'esercito riuscirà, con l'appoggio dell'aviazione militare russa, a riconquistare numerose regioni. - 27 FEBBRAIO 2016: Propiziato da russi e americani, un accordo di cessazione delle ostilità senza precedenti entra in vigore tra il regime e i ribelli, favorendo il rilancio dei negoziati inter-siriani. Restano fuori dall'intesa sia il Daesh sia il Fronte al Nusra, che controllano più del 50 per cento del territorio della Siria.