In Siria «non esiste una soluzione militare»: lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, in un'intervista a Radio Vaticana. «Stanno combattendo da oltre quattro anni e mezzo; sono morte oltre 250 mila persone, ci sono 4 milioni di profughi e 12 milioni di persone sono coinvolte direttamente in questa crisi. Io ho ripetutamente chiesto di risolvere questa situazione con un dialogo politico». «Nel mese di giugno 2012 - ha proseguito il segretario Onu - c’è stato un buon accordo, stipulato a Ginevra, sulla scia del quale ho cercato, attraverso il mio inviato speciale Staffan de Mistura,di instaurare gruppi di lavoro in ambito militare e della sicurezza, di tutela e protezione, di riconciliazione e sviluppo delle infrastrutture, in ambito politico e costituzionale. Quello fu un tentativo di allargare lo spazio politico nell’ambito del quale risolvere il conflitto. Io chiedo con forza ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza di riunirsi e di dimostrare la loro unità di intenti in questo momento difficile».Sulle migrazioni nel Mediterraneo, e sul ruolo dell'Europa, Ban Ki-moon ha detto di approvare «l’iniziativa e la solidarietà
globale che stanno dimostrando i capi di Stato e di governo europei, ma
allo stesso tempo in considerazione della gravità e della proporzione di
questa crisi, mi aspetterei naturalmente che i leader europei facessero
di più. Le persone stanno fuggendo dalle guerre e dalle persecuzioni e
per questo devono essere adeguatamente e velocemente protette. Questa è
una sfida senza precedenti per il mondo intero, in particolare per
l’Europa. Deve essere però notato che anche il continente europeo e i
suoi abitanti hanno beneficiato di questo tipo di migrazione e ricerca
della libertà e di migliori opportunità. Ora che queste europee
costituiscono le più grandi e ricche economie del mondo, speriamo che
mostrino la loro solidarietà globale e la loro guida misericordiosa,
prendendosi cura anche di tutte queste situazioni umanitarie».
"La voce del Papa ci richiamerà ai valori morali". Sono le parole del segretario generale nell'intervista rilasciata alla Radio Vaticana in collaborazione con il
quotidiano La Stampa, in prossimità del viaggio del Santo Padre negli
Stati Uniti. Il 25 settembre Francesco. "Aspettiamo con grande entusiasmo la
visita di Sua Santità, Papa Francesco - ha detto Ban Ki-moon -. Questo sarà il mio quarto
incontro con il Papa, ma la sua prima visita alle Nazioni Unite. Nella
storia delle relazioni tra le Nazioni Unite e il Vaticano, penso che
questo sia il primo caso in cui un Papa faccia visita all’Assemblea
generale visiti le Nazioni Unite durante i lavori dell’Assemblea
generale. E’ un uomo umile con una grande umanità, è un uomo la cui voce
ha una grande rilevanza morale. In particolare in questo mondo che sta
sperimentando tanti conflitti, tanti profughi e migrazioni, tante
violazioni dei diritti umani, il problema del cambiamento climatico, noi
abbiamo veramente bisogno di una forte voce che richiami ai valori
morali, come lo è quella del Papa. Questo evento vedrà riuniti oltre 150
tra capi di Stato e di governo del mondo: non ci si può immaginare un
incontro di leader mondiali, compreso il Papa, più grande, più
significativo, più importante di questo. Gli sono grato per la sua guida
misericordiosa volta alla pace e in favore dell’umanità".