Aleppo è senza acqua potabile da
oltre una settimana: l'antica metropoli siriana del nord, da
quasi due anni divisa in quartieri controllati dal regime e
altri in mano a miliziani sempre più radicali, rischia di essere
presto il teatro di una catastrofe umanitaria a causa
dell'interruzione dell'erogazione dell'acqua corrente a milioni
di civili, già esposti a quotidiani bombardamenti aerei e di
artiglieria e spesso privati per giorni dell'elettricità.L'appello giunge disperato da un folto gruppo di attivisti
della società civile locale, che chiede alle parti in guerra e
alla comunità internazionale di intervenire quanto prima per
salvare la popolazione locale dalla sete e da epidemie dovute
alla mancanza di igiene.Otto giorni fa, miliziani qaedisti della Jabhat an Nusra, che
dicono di combattere il regime del presidente Assad e che
controllano assieme ad altri insorti radicali alcuni quartieri
orientali della città, hanno chiuso le condotte della stazione
di pompaggio d'acqua nel quartiere periferico di Suleiman al
Halabi, che di fatto assicura il rifornimento idrico dal fiume
Eufrate all'intera provincia.
"Il loro intento era quello di non far arrivare l'acqua ai
quartieri occidentali, controllati dalle forze lealiste",
afferma Alaa as Sayyed, un avvocato capofila dell'iniziativa
della società civile locale. "La chiusura parziale - ha aggiunto
Sayyed - ha danneggiato l'intera rete di distribuzione,
lasciando a secco gran parte della città".
I miliziani hanno inoltre impedito agli impiegati della
società idrica locale di accedere alla centrale. "Senza gli
esperti la rete idrica rischia di esser danneggiata in modo
grave e di causare una catastrofe umanitaria", afferma dal canto
suo l'organizzazione Madani (Civile), che ad Aleppo e in altre
regioni della Siria ha l'obiettivo di "sostenere la società
civile verso una transizione democratica".
Dopo esser stata per circa un anno fuori dal circolo della
violenza scaturita con la repressione governativa delle proteste
del 2011, nell'estate del 2012 Aleppo è stata travolta dalla
guerra con l'arrivo dalle campagne di brigate di ribelli che
hanno gradualmente preso il controllo della parte orientale
della città.
Mentre il regime non cessa di bombardare con barili
esplosivi e con missili balistici i quartieri residenziali di
Aleppo solidali con la rivolta, l'opposizione armata in città si
è sempre più radicalizzata in senso islamico fino a essere
guidata ora dai qaedisti locali e da altri gruppi estremisti.
Testimonianze da Aleppo parlano di lunghe code di civili ai
pozzi e alle fontane per raccogliere acqua pulita. "Ci sono già
sintomi di malattie causate dall'assenza di acqua o dal contatto
con acqua inquinata", si legge nel comunicato diffuso da Madani.
"Con l'arrivo dell'estate il rischio è di un'epidemia di
malattie cutanee", anche a causa della scarsità di medici e di
cliniche attrezzate, in particolari nella zona orientale di
Aleppo controllata dagli insorti.