Una serie di autobomba scagliate contro i palazzi simbolo del regime. L'attacco kamikaze di stamane al cuore di Aleppo ha lasciato sul terreno 40 morti, la maggior parte dei quali, secondo le prime informazioni, militari. La prima autobomba ha infatti raso al suolo il circolo degli ufficiali dell'esercito ed è stata seguita da una raffica di esplosioni che ha colpito la centralissima piazza Saadallah Jabiri. Il bilancio provvisorio è di 40 morti e decine di feriti, secondo gli attivisti, 31 vittime, invece, secondo il governo siriano. Gli attentati sono stati seguiti da scontri a fuoco tra ribelli e forze governative e dal lancio di mortai da parte dei primi contro le postazioni dei secondi asserragliati nei locali del vicino Suq al Hal. Tre, quattro o addirittura cinque, secondo le diverse fonti, sono le autobomba guidate da altrettanti attentatori suicidi, esplose in sequenza attorno alle 7.30 locali (le 6.30 in Italia) in piazza Saadallah Jabiri, che collega la zona degli antichi mercati con la parte moderna della più popolosa città della Siria. L'agenzia ufficiale Sana parla di tre autobomba, di cui solo due sono state letali, esplose tra il lato orientale della piazza e l'angolo con un noto albergo della città, ma non precisa dei 31 uccisi quanti siano civili e quanti militari. Fonti mediche, citate dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), riferiscono invece di 40 uccisi e di decine di feriti, ricoverati all'ospedale al Razi. Si tratta, affermano, di militari e miliziani governativi. L'Ondus conferma la notizia del successivo attacco di mortai da parte dei ribelli contro le postazioni dell'esercito fedeli al presidente Bashar al Assad e contro la sede della Sicurezza politica, una delle quattro agenzie di repressione del regime. L'Ondus parla di una quarta autobomba esplosa poco lontano la piazza, vicino alla Camera di Commercio a Bab Janin, che avrebbe causato l'uccisione di almeno una persona. L'agenzia Sana e i residenti mostrano su Internet foto e video degli edifici di piazza Jabiri sventrati dalle esplosioni e affermano che è andato distrutto l'antico caffé Juha, all'angolo con via Shukri Quwatli.