Siria. Aleppo, il caso della bimba che twitta sotto le bombe. Ma sarà vero?
"Ora siamo sotto pesanti bombardamenti. Tra la vita e la morte, per favore pregate per noi". È il disperato messaggio postato stamani verso le 9 italiane su Twitter, da Bana Alabed, la bambina di 7 anni diventata uno dei simboli delle migliaia di civili intrappolati ad Aleppo est.
Domenica intorno alle 21 ora italiana la piccola, che twitta in inglese da un profilo gestito dalla madre, ha scritto che la sua famiglia non ha più una casa, "è stata bombardata e sono tra le macerie. Ho visto morti e sono quasi morta". Il tweet è completato da una foto che la mostra avvolta nella polvere.
Nella giornata di domenica Bana ha scritto ai suoi 94.000 follower: "Questo potrebbe essere l'ultimo giorno in cui possiamo parlare liberamente. Non c'è internet. Per favore, per favore, per favore pregate per noi". E ancora, poco dopo: "Ultimo messaggio - sotto pesanti bombardamenti, non possiamo più restare vivi. Quando moriremo continuare a parlare delle 200.000 persone che sono ancora qui. Ciao".
Bana è diventata una piccola notorietà, sul web e sui media, negli ultimi due mesi. A partire dal celebre tweet di saluto da Aleppo sotto le bombe, con una foto che la ritrae intenta a fare i compiti: "Buon pomeriggio da Aleppo. Sto leggendo per dimenticare la guerra".
Ma c'è chi pensa che i tweet della piccola Bana siano in realtà un'abile campagna mediatica in funzione anti-Assad. In un articolo pubblicato sul suo blog, Barbara McKenzie mette in fila alcuni indizi a riprova di questa tesi: l'inglese dei tweet è troppo perfetto per appartenere a una bambina di soli 7 anni, che invece quando parla in video appare molto più insicura. A questo proposito però in uno dei messaggi via Twitter si spiegava che è la madre, insegnante di inglese, ad aiutare la figlia a scrivere i testi. Una cosa non esclude l'altra: potrebbe trattarsi infatti di una ulteriore finzione.
Secondo indizio: tra le 96 persone seguite da Bana ci sono fin troppi adulti. Da Hillary Clinton alla scrittice di Harry Potter Rowling (sua autrice preferita), passando per alcuni attivisti del fronte anti-Assad. Ed è proprio questa la contestazione principale di Mc Kenzie alla veridicità dei post di Bana (ad oggi oltre 600): la bambina sembra molto concentrata su ciò che succede ad opera dei russi e di Assad e dedica zero attenzione al fronte della resistenza, che "impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere Aleppo est", nota la giornalista nel suo blog. Non solo: poiché Assad "ha lanciato una offensiva via terra per liberare Aleppo, sembra improbabile che nello stesso tempo bombardi".
Il fatto è che alla "operazione Bana" danno credito giornali autorevoli come The Guardian e Telegraph, molti network televisivi e decine di siti web. I dubbi rimangono: e se fosse una abile operazione di costruzione di una opinione pubblica - sempre ipersensibili quando sono coinvolti bambini - ostile ad Assad e ai russi? La verità - fin troppo banale dirlo - in guerra è la prima a morire...