Siria. Raid del regime nel Ghouta, quasi 100 vittime, tra cui donne e bambini
Le macerie di un edificio crollato nei bombardamenti nella zona della Ghuta (Ansa)
Oltre cento morti in 48 ore: si fa sempre più grave il bilancio dei raid aerei governativi siriani compiuti alla periferia est di Damasco, sul Ghouta orientale. Tra le vittime figurano almeno 19 minori e 20 donne. A riferirlo è stato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che cita fonti locali e che si avvale di ricercatori e attivisti sul terreno. I feriti sono circa 200. Il distretto, controllato da fazioni ribelli jihadiste e islamiste, ha subito uno dei peggiori bagni di sangue da anni e il numero delle vittime non ha smesso di aumentare. Per il capo dell’Ong, Rami Abdul Rahman «è il più alto numero di vittime civili in Siria da quasi nove mesi e uno dei giorni più sanguinari per il Ghouta orientale da vari anni».
Non c’è stato respiro per gli abitanti della zona e gli aerei da guerra del regime sono tornati oggi a bombardare la zona già devastata. Le nuove vittime sono state registrate a Beit Sawa, Hammuriyeh e Douma, secondo l’Osservatorio. Dai minareti di Douma è risuonato un appello: «Per favore, interrompete qualsiasi raduno e andate via dalle strade». I bombardamenti sono aumentati negli ultimi giorni, anche con presunte armi con gas cloro.
Oggi il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha detto che ci sono «tutte le indicazioni» che il governo siriano stia usando bombe al cloro. Il sospetto è che siano state utilizzate in due occasioni questo mese sul Ghouta orientale. Intanto, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha affermato che una missione sta indagando sul presunto uso di tali armi. Il dipartimento di Stato americano ha registrato sei presunti attacchi chimici in Siria negli ultimi 30 giorni, mentre Damasco ha più volte negato di aver usato tali sostanze.
Secondo Amnesty International, «l’uso da parte del governo siriano di armi chimiche vietate a livello internazionale è emerso ancora una volta il 4 febbraio, quando secondo le testimonianze raccolte un attacco col cloro contro la città di Saraqib ha costretto 11 persone a ricevere cure d’emergenza». Secondo l’organizzazione, la Difesa civile siriana ha riferito che il cloro contenuto nei barili bomba sganciati dall’alto ha causato sensazioni di soffocamento, gravi irritazioni alla pelle e agli occhi, episodi di vomito e collassi. Tra le persone colpite, anche tre volontari della Difesa civile siriana che erano accorsi sul posto per prestare i primi soccorsi.
Intanto con un comunicato Save the Children ha denunciato che migliaia di bambini siriani sono in pericolo a causa dell’escalation dei combattimenti nell’enclave sotto il controllo dell’opposizione a Idlib, vicino alla Turchia. «Nelle ultime 48 ore i bombardamenti e il lancio di missili si sono intensificati, con numerosi attacchi in aree dove vivono i civili. Più di 30 scuole, sostenute da Save the Children e dai suoi partner locali, sono state temporaneamente chiuse per motivi di sicurezza», si legge nel testo.