Conflitto dimenticato. Siria in guerra da 13 anni. Una generazione assetata di pace
Chi si ricorda più della Siria? Eppure il martoriato Paese mediorientale da 13 anni è lacerato dalla guerra interna. Oggi, 15 marzo, il conflitto entra nel suo 14° anno. Scoppiato nel 2011, ha gettano oltre 16,7 milioni di persone (di cui 7,5 minori) in stato di bisogno. Almeno 12,9 milioni sono in condizioni di insicurezza alimentare. Gli sfollati interni sono 7,2 milioni. Altri 5 milioni, di cui il 47% minori, sono i profughi fuggiti nei Paesi vicini: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Poco più di un anno fa, il 6 febbraio 2023, sui siriani che cercavano salvezza nella zona del confine con la Turchia si è abbattuto anche un violento terremoto.
Tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2023 risultano uccisi 454, di cui 115 bambini. L'intensificarsi degli scontri tra Israele e gli Hezbollah libanesi ha causato lo sfollamento di oltre 91mila persone dal Libano meridionale, tra cui circa 7.300 rifugiati siriani.
«Sono passati già 13 anni di guerra e speriamo che un giorno arriveremo a una pace vera, che permetta ai nostri ammalati di andare a curarsi, ai nostri bambini di andare a studiare e coltivare il loro futuro, e le persone a tornare a incontrarsi dopo 10-11 anni di lontananza» ha detto il vescovo Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo dei Latini in Siria, in visita a Caritas Italiana a fine gennaio.
Fin dall'inizio del conflitto, la Caritas in Siria opera a favore della popolazione con aiuti d’urgenza, riabilitazione socio-economica, ricostruzione.
L'Onu: generazione a rischio, bambini nati in guerra sono adolescenti
«In questi 13 anni i bambini siriani nati in esilio sono diventati adolescenti e persino adulti - ricorda Chiara Cardoletti, rappresentante dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) per l'Italia, la Santa Sede e San Marino -. È un'intera generazione che ogni giorno vede i propri sogni e le speranze in un futuro migliore infrangersi contro una realtà troppo dura e crudele. I siriani meritano la fine di questa crisi e di un'agonia che dura da troppo tempo. In attesa che vengano trovate le ormai indispensabili soluzioni politiche quello che possiamo e dobbiamo fare è stare accanto ai rifugiati e agli sfollati siriani, non dimenticarci della loro sofferenza e restituire loro la speranza».
«Un'intera generazione è a rischio per via della mancanza o del limitato accesso ai servizi di base, come l'istruzione, la salute e il cibo - spiega Unhcr -. Sono bambini e adolescenti che avrebbero diritto ai loro sogni, come ogni altro coetaneo nel mondo, ma che a quei sogni devono rinunciare sin dalla nascita per calarsi in una quotidiana lotta per la sopravvivenza, caratterizzata da una serie di gravi rischi, fra i quali quello di finire nella rete di sfruttatori o di subire abusi. In generale, la maggioranza dei rifugiati siriani nei Paesi confinanti vive in condizioni di povertà estrema e non riesce a far fronte ai i bisogni di base».