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Yemen. «Si tratta per la liberazione di padre Tom»

mercoledì 4 maggio 2016
SANAA A due mesi dal massacro perpetrato da un commando terrorista nella casa di cura di Aden, dove hanno perso la vita quattro suore Missionarie della Carità insieme ad altre 12 persone, non si hanno ancora notizie certe di padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano che si trovava nella struttura e che i terroristi hanno prelevato e portato via con loro dopo aver compiuto la strage. Nell’assenza di infor- mazioni verificate, continuano a circolare voci sulla sua permanenza in vita e sulle trattative in atto per ottenere la sua liberazione. «Le ultime parole, in un certo senso rassicuranti, mi sono giunte in maniera indiretta circa dieci giorni fa. Mi è stato detto che padre Tom è vivo e che il suo ritorno in libertà potrebbe essere imminente. Ma da allora non è successo nulla. Speriamo e preghiamo per lui», ha riferito all’agenzia vaticana Fides il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia meridionale. Nelle trattative sono coinvolti apparati di sicurezza locali, che continuano a seguire la vicenda con la discrezione dovuta, pur nell’assenza di sviluppi concreti. Intanto, le suore di Madre Teresa presenti in Yemen continuano a operare nelle loro case di Sanaa e a Hodeyda, al servizio di chi soffre di più, in un Paese ancora dilaniato dal conflitto tra le forze armate governative e i ribelli Huthi. ( A.E.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Padre Tom Uzhunnalil