Usa. È finito lo shutdown: il governo riprende le attività
UIl primo "compleanno" di permanenza alla Casa Bianca di Donald Trump è stato offuscato dalla paralisimi amministrativa (Ansa)
La politica americana ha archiviato lo shutdown. Nella tarda serata di lunedì 22 (le prime ore del 23 in Italia) il presidente Trump ha firmato la legge approvata dal Congresso che mette fine al blocco delle attività federali e finanzia il governo fino al prossimo 8 febbraio. Così il governo può "ufficialmente" riaprire.
L'America paralizzata dallo shutdown nel primo «compleanno» di Trump: ecco cos'è
Un compleanno guastato per Trump. È scattato alla mezzanotte ora di Washington (le 6 in Italia) lo shutdown, ovvero la chiusura degli uffici amministrativi federali negli Stati Uniti in seguito al voto al Senato contro il provvedimento per finanziare il bilancio di governo. In una corsa contro il tempo si sono tentati negoziati in aula che non hanno tuttavia portato ad alcun accordo prima della scadenza fissata. Il presidente accusa i democratici di "boicottaggio", i democratici replicano che un accordo poteva essere trovato, soprattutto perché la contropartita riguardava il salvataggio di 850mila "Dreamer" (gli immigrati arrivati da ragazzini negli Usa) che rischiano l'espulsione.
Un accordo per scongiurare la chiusura era apparso probabile venerdì, quando Trump sembrava essere vicino a un accordo con il leader della minoranza democratica del Senato Chuck Schumer su una misura per impedire l'espulsione di migranti senza documenti che arrivarono nel Paese da bambini. Poi tutto è naufragato e Schumer ha reagito, accusando Trump di averlo indotto a credere che fosse possibile un accordo sulla disputa sull'immigrazione, ma poi di non aver portato il proprio partito.
"Ogni americano sa che il Partito repubblicano controlla la Casa Bianca, il Senato, la Camera - è compito loro mantenere aperto il governo, è il loro lavoro lavorare con noi per andare avanti", ha detto Schumer al Senato, dopo il voto di 50 a 49. "Controllano ogni oncia del processo ed è loro responsabilità governare e qui hanno fallito", ha dichiarato.
Dura la replica della portavoce di Trump, Sarah Sanders: "I senatori democratici detengono l'arresto di Schumer", haq dichiarato. "Stasera, hanno messo la politica al di sopra della nostra sicurezza nazionale, delle famiglie militari, dei bambini vulnerabili e della capacità del nostro Paese di servire tutti gli americani. "Non negozieremo lo status di immigrati illegali mentre i democratici tengono in ostaggio i nostri legittimi cittadini per le loro richieste imprudenti. Per la prima volta dall'ottobre 2013, quando il presidente era Barack Obama, il governo federale degli Stati Uniti subisce la paralisi. Come successo oltre quattro anni fa, il cosiddetto "shutdown" vede repubblicani e democratici scontrarsi sulla legislazione che va approvata per continuare a finanziare le attività del governo. Esattamente un anno fa Trump aveva giurato da presidente.
UN ANNO DI TRUMP di Paolo M. Alfieri
Cosa è successo questa volta
Giovedì 18 gennaio la Camera Usa ha approvato una legislazione d'emergenza che finanzierebbe il governo fino al 16 febbraio prossimo; il Gop non è riuscito ad avere i voti necessari al Senato: i 60 "sì" necessari per approvare la legislazione di emergenza. L'opposizione democratica voleva che nel provvedimento sia inserita una soluzione per i cosiddetti Dreamers ossia le persone che furono portate in Usa quando erano bambini pur senza avere alcun permesso di soggiorno.
Il Gop era disposto a discuterne ma non in questo contesto. "Possiamo discutere di Daca tra ora e il 5 marzo, non c'è motivo di trattare su Daca questa settimana", aveva detto Mick Mulvaney, direttore dell'Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca. Daca sta per Deferred Action for Childhood Arrivals, il programma che protegge i Dreamers dall'espulsione. Entrò in vigore nel 2012 ma Donald Trump ne aveva annunciato l'abrogazione, effettiva dal 5 marzo prossimo, lo scorso settembre. L'abrogazione è stata bloccata da un tribunale ma il dipartimento di Giustizia ha chiesto alla Corte Suprema di pronunciarsi sul caso sperando che ribalti quella decisione. In gioco c'è la vita di circa 800.000 persone.
Perché scatta lo shutdown
Negli Stati Uniti l'anno fiscale inizia il primo ottobre. In mancanza di un accordo su una legislazione sulla spesa annuale, da allora la pubblica amministrazione ha funzionato grazie a finanziamenti provvisori garantiti da una cosiddetta "continuing resolution". Una prima scadenza c'è stata l'8 dicembre ma i finanziamenti sono stati estesi a oggi, 19 gennaio. I finanziamenti di molte agenzie governative dipendono da provvedimenti legislativi approvati al Congresso e chiamati "appropriations bill". In assenza di un pacchetto di spesa per l'anno fiscale in corso, i legislatori hanno optato su misure "stopgap" o appunto "continuing resolution", che permettono di mantenere gli stessi livelli passati di finanziamento. Senza
l'approvazione di quelle misure, alcuni servizi vengono fermati. È quello che successe non solo nell'inverno 2013 ma anche in quello 1995-96 durante l'amministrazione Bill Clinton.
Che cosa succede con la paralisi del governo
Alcune attività del governo federale vengono congelate. Molti, ma non tutti, i dipendenti federali sono costretti a un congedo non retribuito, la prassi chiamata "furlough" che durante lo shutdown del 2013 chiamò in causa 850.000 persone in ognuno dei 16 giorni di paralisi (il 40% circa della forza lavoro).
A stabilire chi è forzato a restare a casa e chi no sulla base di uno shutdown breve (da uno a cinque giorni) o più lungo sono piani di emergenza predeterminati. Il dipartimento del Lavoro nel 2013 si ritrovò forzato a posticipare la pubblicazione del rapporto mensile sull'occupazione. Lo stesso si verificò con il dipartimento del Commercio in merito alle vendite al dettaglio e ai nuovi cantieri edili e con la Federal Reserve per quel che riguarda il dato sulla produzione industriale. Anche l'approvazione di licenze per l'esplorazione e l'estrazione di petrolio sub" ritardi. Persino l'inizio della stagione dei granchi dell'Alaska fu posticipata (i livelli di pesca sono determinati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration). L'Agenzia per la protezione ambientale dovette fermare le ispezioni in impianti chimici e luoghi con rifiuti nocivi. Il National Park Service, l'agenzia federale che gestisce i parchi nazionali, calcolò mancati incassi per oltre 500 milioni di dollari.
Cosa continua a funzionare
Il direttore dell'Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca ha spiegato che questa volta i parchi nazionali resteranno aperti ma la spazzatura non verrà raccolta. La protezione dei confini verrà garantita "ma gli agenti non verranno pagati. Anche i soldati e i vigili del fuoco lavoreranno, ma non verranno pagati", ha detto Mulvaney in modo però fuorviante; in passato i dipendenti pubblici che hanno lavorato durante uno shutdown hanno poi ricevuto compensi retroattivi. Tra le attività essenziali che verranno garantite ci sono anche i controlli nei cieli e quelli negli aeroporti, l'applicazione della legge e le cure mediche per i reduci di guerra. Anche la posta continuerà a essere recapitata, il Tesoro proseguirà con le sue aste, gli assegni pensionistici e quelli che garantiscono una copertura medica a chi ha un'età a partire da 65 anni giungeranno a destinazione così come i buoni alimentati per i poveri. I tribunali federali saranno aperti ma la loro attività potrebbe subire intoppi.
Le conseguenze per mercati ed economia
Fino a ora gli investitori non hanno mostrato preoccupazione per lo shutdown. L'idea è che in genere una paralisi ha vita breve e il suo impatto negativo sull'economia viene poi recuperato. Nel quarto trimestre del 2013, periodo che comprese lo shutdown, il Pil era cresciuto del 4%. In una intervista al Financial Times, l'uscente presidente della Federal Reserve di New York Bill Dudley ha detto che "storicamente, queste cose durano poco e hanno un impatto molto modesto sull'economia. Quindi non darei troppa importanza alla cosa".
La storia recente degli shutdown
Come spiegato da un documento del Congressional Research Service, dal 1981 ci sono stati 12 shutdown con una durata che è spaziata da uno a 21 giorni. Sotto la presidenza Clinton ce ne furono due, uno da cinque giorni nel novembre 1995 e uno da 21 tra il dicembre di quell'anno e il gennaio 1996. Prima del 1981, il governo federale continuava a funzionare anche senza i fondi necessari; le spese sostenute venivano coperte retroattivamente.