DACCA Ennesimo, tragico, episodio di intolleranza religiosa in Bangladesh: un monaco buddhista di 75 anni è stato sgozzato a colpi di machete nel sudest del Paese. È l’ennesimo di una serie di omicidi mirati contro membri di minoranze religiose e blogger e intellettuali laici. Il corpo del monaco Maung Shue U Chak è stato ritrovato «in un mare di sangue » all’alba all’interno del tempio buddista, Chakpara Buddhist Temple, costruito due anni fa in una zona di collina remota, dove l’anziano monaco viveva da circa un anno e mezzo. A riferirlo il vice commissario di polizia del distretto di Bandarban, Jashim Uddin. Almeno quattro persone avrebbero aggredito il religioso all’interno del recinto sacro situato a circa 350 chilometri dalla capitale, Dacca. Nella sua stanza, ha reso noto la polizia, non c’era disordine e non mancava alcun oggetto di valore. In dichiarazioni ai giornalisti locali, il sovrintendente di polizia Mizanur Rahman ha detto che «si tratta del primo episodio di questo genere accaduto dalle nostre parti. Stiamo investigando l’omicidio per cercare di risalire rapidamente ai suoi autori». Circa una settimana fa un commando ha sgozzato a Jumarpara, nel distretto di Tanore, un “pir” (maestro) del sufismo, movimento religioso di carattere mistico e ascetico islamico, inviso ai fondamentalisti sunniti. La polizia, che sta investigando sul caso di omicidio, non ha ancora offerto una pista dopo l’uccisione del monaco buddhista, ma l’omicidio somiglia però ai numerosi delitti commessi nel Bangladesh ai danni di scrittori, blogger, esponenti omosessuali o cittadini stranieri di fedi diverse (fra cui il cooperante italiano Cesare Tavella) rivendicati nel Paese musulmano dal Daesh e da al-Qaeda. (
E.A. ) © RIPRODUZIONE RISERVATA Non si interrompe la scia di sangue: il commando che ha aggredito il 75enne era composto da almeno 4 persone armate di machete