Emergenza. In Serbia è emergenza. La Germania apre ai siriani
La rotta di terra dei migranti segna un incessante flusso: dalla Grecia alla Macedonia, poi in Serbia, infine in Ungheria dove poi si ramifica nei Paesi dei Nord Europa.Dalla Grecia alla Macedonia, dopo gli scontri dei giorni scorsi e la rinuncia del Paese al blocco, "filtrano" 3mila profughi al giorno, e il flusso è destinato a continuare nei prossimi giorni. Dalla Macedonia poi l'ondata umana passa in Serbia, dove nella regione meridionale di Presevo, a maggioranza albanese e musulmana, ormai gli arrivi si contano a migliaia. Nelle ultime due settimane sono arrivati oltre 23 mila immigrati, 10mila nel'ultimo fine settimana, 90 mila dall'inizio dell'anno.
Tra loro tante donne e bambini, intere famiglie disposte a
percorrere a piedi sotto il sole centinaia di chilometri pur di
scappare dal dramma della guerra e della desolazione dei loro
Paesi d'origine: Siria, Iraq, Afghanistan, ma anche Pakistan, Sri Lanka, Africa.
Solo ieri sono entrate illegalmente in Ingheria oltre 2mila persone, il doppio rispetto a quanto successo nei giorni precedenti.
La situazione è tesa anche in Bulgaria, che ha inviato altri soldati e alcuni blindati al confine con la Macedonia: per ora il flusso dei migranti privilegia il percorso attraverso la Serbia, ma dall'inizio dell'anno il Paese ha accolto 15mila migranti, per lo più siriani, in transito dalla Turchia nonostante la barriera lunga 30 chilometri presidiata da migliaia di militari. Una volta arrivati in Bulgaria, i migranti vengono bloccati nei campi di accoglienza per mesi prima di ottenere un eventuale permesso che consenta di viaggiare nella Ue. La Germania non respingerà più i profughi sirianiLa Germania sospende il regolamento di Dublino per i profughi provenienti dalla Siria. Questo significa che non li respingerà verso i Paesi di ingresso nell'Unione europea, come prevede il regolamento, e si farà carico di loro in ogni caso. Un gesto che ha raccolto subito il plauso della Commissione Ue, che ha ringraziato Berlino per questo "gesto di solidarietà europea".