Che non fossero soltanto delle voci, lo aveva rivelato la televisione sudcoreana già lo scorso anno: un documentario mandato in onda da Sbs, una delle emittenti più seguite del Paese, aveva denunciato i “traffici” tra alcune aziende farmaceutiche cinesi e un pugno di cliniche abortiste. Una collaborazione “raccapricciante” per produrre pillole da feti umani e resti di bambini morti. Ora emergono le dimensioni di quel commercio dell’orrore: dallo scorso agosto sono state sequestrate dalle autorità doganieri di Seul, qualcosa come 17.450 compresse, in 35 diversi tentativi di contrabbando. La notizia è stata diffusa dall’agenzia coreana Yonhap ed è stata ripresa in Cina dal quotidiano “ufficiale” Global Times. L’epicentro del traffico sarebbero le città di Yanji, Jilin, Qingdao e Tianjin, nel nord-est del Paese. Le capsule sarebbero prodotte con resti di bambini morti o di feti tagliati a pezzi e messi a essiccare, per poi essere ridotti in polvere e mescolati con alcune erbe. Alcuni test compiuti sule capsule, ritenute una panacea per chi soffre di impotenza sessuale, sarebbero riusciti a far risalire al Dna e al sesso dei bambini da cui proviene la sostanza organica. Le pillole conterrebbero batteri giudicati pericolosi. In Cina, come ha ammesso un documento pubblicato dal ChinaDaily gli aborti ammontano a 13 milioni ogni anno. Il portavoce del Ministero della Salute cinese, Deng Haihua, ha dichiarato che le autorità del Paese approfondiranno ulteriormente la questione. Haihua ha precisato che il sistema legale cinese prevede regole ferree sui resti dei bambini morti, i feti e le placente, tutti «classificati come resti umani» e quindi banditi dallo smaltimento dei semplici rifiuti sanitari. Il portavoce ha quindi annunciato che il Dipartimento collaborerà con la polizia, le agenzie specializzate e le autorità doganali «per indagare sulle dichiarazioni dei media coreani e informare la stampa non appena si avranno dei risultati», ha concluso Haihua.In Cina il problema dell’uso di feti morti o di neonati è ricorrente. Come riporta AsiaNews, nel 2006 sono stati scoperti in una discarica pezzi di corpi di neonati trattati con sostanze aromatiche. Nel 2003, l’ufficio di Pubblica sicurezza del Guangdong ha cercato di bloccare notizie secondo cui in alcuni ristoranti della provincia meridionale si cuocevano bambini morti in zuppe per servirle a uomini d’affari di Taiwan e Hong Kong. Secondo la polizia, la storia era stata inventata per rovinare l’immagine della Cina. Negli anni ’90 sempre nel Guangdong è stato scoperto un traffico di feti da bollire per fare zuppe da vendere come cure di bellezza.