Una vita in prima linea. Sepúlveda lotta contro il coronavirus. «Ma non è coma»
Luis Sepùlveda
Ha sempre partecipato, da protagonista, agli eventi cruciali che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. In Cile e non solo. E' stato scorta di Salvador Allende, primo presidente socialista eletto democraticamente. Imprigionato e torturato dopo il golpe, ha imbracciato le armi in Nicaragua contro la dittatura del clan Somoza. Approdato in Europa, è stato avanguardia del movimento ecologista. Ora Luis Sepúlveda si trova, suo malgrado, a vivere in prima linea l'emergenza coronavirus.
Dal primo marzo, al rientro da un festival letterario in Portogallo, lo scrittore, 70 anni compiuti lo scorso ottobre, è ricoverato all'ospedale universitario di Oviedo, in Spagna, dove vive. «Ma non è coma», afferma la moglie Carmen Yañez, smentendo le notizie circolate negli ultimi giorni. L'autore di romanzi bestsellers come Il vecchio che leggeva romanzi d'amore e La gabbianella e il gatto è in gravi condizioni ma lentamente migliora, ha detto la consorte, anche lei positiva al virus ma in forma più lieve. «E' stato sedato per prescrizione del medico. Ha già recuperato un polmone e va verso il recupero dell'altro».
Proprio oggi sarebbe dovuto essere in Italia per inaugurare l'edizione dedicata al coraggio di Libri Come 2020, la festa del libro e della lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma, cancellata a causa dell'attuale pandemia. Nel nostro Paese, l'autore cileno ha venduto cinque milioni di copie. L'ultimo romanzo è La fine della storia.Come l'intera vita di Sepúlveda, anche la storia d'amore con Carmen Yañez, poetessa, ha un sapore letterario. Sposati prima del golpe, i due si sono persi in seguito all'arresto e all'esilo e si sono fatti altre famiglie. Si sono ritrovati nel 1996 e hanno deciso di risposarsi. Ora si sono trovati a condividere insieme il coronavirus.