La rivolta. Georgia, migliaia in piazza contro il governo «schiavo di Putin»
Una manifestante che sventola la bandiera dell'Unione Europea è investita dai getti degli idranti della polizia
In Georgia la situazione rischia di andare fuori controllo. Per il secondo giorno consecutivo, in migliaia sono scesi in piazza contro la legge sugli agenti stranieri, che somiglia molto a quella con la quale la Russia ha represso la sua società civile. Due giorni fa, il corteo nel centro della capitale Tbilisi si è chiuso con il ferimento di 50 agenti e l’arresto di 66 persone.
Il partito governativo Sogno Georgiano, di orientamento filo europeo e filo Nato, corre ai ripari. Il suo presidente, Irakli Kobakhidze, ha annunciato che il dibattito della controversa normativa, che due giorni fa l’assemblea di Kutaisi ha approvato in prima lettura, «riprenderà solo fra alcuni mesi». Prima dovrà ricevere il via libera dalla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, che chiarirà se la legge sia in linea con i parametri europei, ma il cui parere non è vincolante.
Migliaia anche ieri i manifestanti davanti al Parlamento di Tbilisi - Ansa
Questo passaggio intermedio non ha calmato gli animi nel Paese. L’opposizione, il Partito del Movimento nazionale unito, parla di testo «antidemocratico», che verrà utilizzato per tacitare il dissenso come un provvedimento simile approvato nel 2012 e ha invitato a scendere in piazza a oltranza. I manifestanti nelle strade hanno accusato l’esecutivo di essere «schiavo del presidente russo Putin», nonostante sulla carta il partito di governo sia filo occidentale, sventolando bandiere dell’Unione Europea e dando vita a un corteo dove non sono mancati i momenti di tensione e violenza, come il tentato assalto al vecchio Parlamento, oggi sede della biblioteca ma rimasto edificio simbolo della storia travagliata dal Paese.
Il timore è che le proteste possano continuare nei prossimi giorni e dare vita a una vera e propria guerra civile. La stessa maggioranza è tutto fuorché compatta. Il testo in prima lettura è passato con una maggioranza risicata, appena 76 parlamentari su 150. Per divenire legge la normativa deve essere approvata per tre volte, con qualche deputato potrebbe decidere di tornare sui suoi passi.
Un cartello contro il rischio di un ritorno della Georgia nell'orbita russa: il Paese caucasico era parte dell'Unione Sovietica - Reuters
L’iniziativa del partito Sogno Georgiano ha dato vita a critiche anche all’estero. Bruxelles ha messo subito le cose in chiaro. L’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha definito la legge «uno sviluppo molto negativo». «La legge nella sua forma attuale rischia di avere un effetto dissuasivo sulla società civile e sulle organizzazioni dei media. Va contro l'obiettivo dichiarato della Georgia di aderire all'Unione Europea e contro la volontà del popolo georgiano». Perplessità anche da parte degli Stati Uniti, dove temono che il Paese possa in qualche modo ricadere nell’orbita russa.