«Effetti collaterali». Se musulmani ed ebrei «abbattono» il muro di Trump
Meryem, 7 anni, sulle spalle di papà Fatih Yildrim, e Adin, 9 anni, sulle spalle di papà Jordan Bendat-Appell
La foto virale
La foto, condivisa su Twitter dal fotografo del Chicago Tribune Nuccio DiNuzzo, sta facendo il giro del mondo. O’Hare International Airport (Chicago). Proteste contro l’Ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump sul muro tra Stati Uniti e Messico. Due papà, “attrezzati” di figli in spalla, si ritrovano uno di fronte all’altro con gli stessi cartelli in mano. Gli slogan chiedono “Niente bando”, “Empatia”. “Qui non c’è posto per l’odio”, dicono. “Abbiamo già visto questo prima. Mai più”.
Il velo. La kippah
I due uomini si somigliano. Sorridono. E sorridono i loro figli. Solo che la piccola, Meryem, 7 anni, indossa il velo, ed è musulmana come il suo papà, Fatih Yildrim. Il piccolo, Adin, 9 anni, ha la kippah sul capo, ed è ebreo, esattamente come il suo papà, il rabbino Jordan Bendat-Appell. Non si conoscevano prima. E provengono da «fronti» contrapposti in un'altra parte del mondo, che di muri ne ha fin troppi. Ma sono diventati amici. E la settimana prossima si incontreranno per cenare insieme. Il miglior “effetto collaterale” del muro di Trump. Un segnale. Ritwittato almeno 16mila volte di volte.