Gli Usa e il "compostaggio umano". Se il caro estinto diventa concime da giardino
Defunti usati come fertilizzanti. È la proposta, presentata come una risposta all’emergenza ambientale globale, che arriva dallo Stato di Washington. A partire da maggio, gli abitanti del Nord-ovest americano potranno «convertire resti umani in concime per il loro giardino».
Prima ancora di entrare in vigore la legge, la prima del genere negli Stati Uniti, si è trasformata in idea di business. Un’azienda, la Recompose, sta lanciando, prima al mondo, il suo progetto di compostaggio umano per funerali che definisce “eco-sostenibili”.
In sostanza, invece di una sepoltura in una tomba o della cremazione, propone un procedimento che in 30 giorni decompone il corpo del defunto. Al termine del processo i resti vengono consegnati ai familiari che possono utilizzarli per le loro piante. L’azienda, nel suo materiale pubblicitario, fa leva sulla coscienza ecologista dello Stato. «Le preoccupazioni crescenti sul cambiamento climatico e la consapevolezza di dover agire subito stanno spingendo molta gente a dimostrare interesse per il nostro servizio. A febbraio 2021 nello Stato di Washington proporremmo il primo servizio al mondo di compostaggio umano», spiega l’impresa.
Finora almeno 15mila persone hanno “prenotato” i suoi servizi, in attesa che diventino disponibili. Nel maggio 2019, con un voto bipartisan, lo Stato di Washington ha autorizzato il compostaggio umano, ordinando che la pratica entri in vigore dodici mesi dopo.
Il metodo che si appresta a essere commercializzato è stato messo a punto dallo scienziato del suolo Lynne Carpenter Boggs, che l’ha testato su sei volontari che hanno dato il loro consenso prima della morte. Invece che in una bara, il corpo verrà rinchiuso in un contenitore assieme a trucioli di legno, erba medica e paglia, quindi ruotato lentamente per consentire ai microbi di scomporlo. Nello Stato il compostaggio del bestiame è una pratica già consolidata, ma l’opinione pubblica appare divisa sull’opportunità di estendere alle persone la pratica, vista come una violazione della sacralità del corpo umano.