Mondo

Europa poco unita. Cameron non vuole pagare la bolletta alla Ue

sabato 25 ottobre 2014
Il "non pagherò" di tatcheriana memoria di David Cameron nei confronti del bilancio Ue ha aperto un altro fronte di scontro con Bruxelles. E sta diventando un boomerang sempre più pericoloso, tanto che per la stampa popolare inglese è "un passo più vicino alla Brexit", l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, e un nuovo assist all'Ukip e alla famiglia degli euroscettici. Il premier britannico ha denunciato di non essere stato messo al corrente prima della "bolletta" da 2,1 miliardi di euro in più da pagare a Bruxelles, mentre il cancelliere dello scacchiere George Osborne ne era già al corrente da martedì. Ma la Commissione Ue continua a respinge le accuse al mittente e in una nota puntualizza che tutti gli stati membri erano già stati informati degli aggiustamenti dei rispettivi contributi al bilancio Ue sin dal 17 ottobre. La solidarietà europea con Londra, a parte l'Olanda che ha scoperto di dover pagare oltre 640 milioni e l'Italia (340 in più), sembra per ora latitare. La Germania, in base a questi stessi aggiustamenti dei calcoli, deve vedersi invece rimborsata 779 milioni, mentre la Francia fa "bingo" con uno sconto da oltre 1 miliardo che Hollande ha subito messo in chiaro che "non si tocca". Le regole dei Trattati valgono per tutti Londra inclusa, ha avvertito. E la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo la fine del vertice Ue ha lanciato un altolà: "David Cameron non ha rifiutato di pagare ma ha lamentato i tempi" per il pagamento del contributo aggiuntivo, fissati a inizio dicembre. Perché, ha sottolineato, "le misure di aggiustamento" del bilancio europeo "sono normali". E in effetti è questa la linea che continua a tenere la Commissione. La revisione dei contributi al bilancio Ue, infatti, non è una pratica insolita nè legata al ricalcolo del pil con la nuova metodologia Sec 2010, ma un esercizio annuale che si effettua sempre in questo periodo. Dopo una prima stima ogni maggio del livello del reddito nazionale lordo (simile al pil) per l'anno successivo in base a cui vengono calcolati i contributi, in autunno questa viene aggiornata coi dati reali per l'anno precedente. Quest'anno, per alcuni paesi, sono state sanate irregolarità, anche statistiche, che risalivano sino al 2002 o addirittura al 1995. E, sottolinea Bruxelles in una nota, "alcuni stati membri hanno continuativamente riportato valori troppo bassi per il loro reddito nazionale lordo negli anni precedenti, cosa che ovviamente spiega la dimensione di alcuni aggiustamenti verso l'alto".