Il "non pagherò" di tatcheriana memoria di David Cameron nei confronti del bilancio Ue ha aperto un altro fronte di scontro con Bruxelles. E sta diventando un
boomerang sempre più pericoloso, tanto che per la stampa
popolare inglese è "un passo più vicino alla Brexit", l'uscita
della Gran Bretagna dall'Ue, e un nuovo assist all'Ukip e alla
famiglia degli euroscettici.
Il premier britannico ha denunciato di non essere stato messo
al corrente prima della "bolletta" da 2,1 miliardi di euro in
più da pagare a Bruxelles, mentre il cancelliere dello
scacchiere George Osborne ne era già al corrente da martedì. Ma
la Commissione Ue continua a respinge le accuse al mittente e in
una nota puntualizza che tutti gli stati membri erano già stati
informati degli aggiustamenti dei rispettivi contributi al
bilancio Ue sin dal 17 ottobre.
La solidarietà europea con Londra, a parte l'Olanda che ha
scoperto di dover pagare oltre 640 milioni e l'Italia (340 in
più), sembra per ora latitare. La Germania, in base a questi
stessi aggiustamenti dei calcoli, deve vedersi invece rimborsata
779 milioni, mentre la Francia fa "bingo" con uno sconto da
oltre 1 miliardo che Hollande ha subito messo in chiaro che "non
si tocca". Le regole dei Trattati valgono per tutti Londra
inclusa, ha avvertito. E la cancelliera tedesca Angela Merkel
dopo la fine del vertice Ue ha lanciato un altolà: "David
Cameron non ha rifiutato di pagare ma ha lamentato i tempi" per
il pagamento del contributo aggiuntivo, fissati a inizio
dicembre. Perché, ha sottolineato, "le misure di aggiustamento"
del bilancio europeo "sono normali".
E in effetti è questa la linea che continua a tenere la
Commissione. La revisione dei contributi al bilancio Ue,
infatti, non è una pratica insolita nè legata al ricalcolo del
pil con la nuova metodologia Sec 2010, ma un esercizio annuale
che si effettua sempre in questo periodo. Dopo una prima stima
ogni maggio del livello del reddito nazionale lordo (simile al
pil) per l'anno successivo in base a cui vengono calcolati i
contributi, in autunno questa viene aggiornata coi dati reali
per l'anno precedente.
Quest'anno, per alcuni paesi, sono state
sanate irregolarità, anche statistiche, che risalivano sino al
2002 o addirittura al 1995. E, sottolinea Bruxelles in una nota,
"alcuni stati membri hanno continuativamente riportato valori
troppo bassi per il loro reddito nazionale lordo negli anni
precedenti, cosa che ovviamente spiega la dimensione di alcuni
aggiustamenti verso l'alto".