Gran Bretagna. Per contrastare gli scioperi selvaggi Sunak ora «arruola» i militari
I trasporti saranno il settore più colpito dagli scioperi in Gran Bretagna
Cartoline di Natale in consegna a febbraio. Militari addestrati al controllo passaporti degli aeroporti al posto degli agenti di frontiera. Raccomandazioni a evitare i viaggi in treno.
È così che il Regno Unito si prepara alle festività
. L’assetto è quello dell’emergenza. A scatenarla è la catena di scioperi indetti dai sindacati di ogni categoria a rivendicare l’adeguamento dei salari all’inflazione. Dimostrazioni all’ordine del giorno già da tempo, in verità, ma che rischiano trasformare l’attesa del 25 dicembre in un incubo. Preoccupano, in particolare, l’astensione dal lavoro degli addetti alle ambulanze e degli infermieri. Grana di non poco conto con i casi di Covid-19 in crescita. È stato stimato che nei prossimi giorni potrebbero saltare circa 15mila interventi di routine e 100mila appuntamenti in agenda per visite e controlli. In sintesi: un disastro.
La tensione è alta. A Whitehall c’è persino chi segnala
che «non è giusto» chiedere alle forze armate
, le prime in genere a scendere in campo in caso di catastrofi naturali, di sacrificare il Natale per coprire i turni di lavoro degli agenti di frontiera in sciopero agli hub di Heathrow, Gatwick, Manchester, Birmingham, Glasgow e Cardiff (oltre che al porto di Newhaven).
I militari dell’esercito potrebbero essere chiamati anche a sostituire gli autisti delle ambulanze e i vigili del fuoco. La sfida è garantire i servizi essenziali. Sul governo di Rishi Sunak cresce la pressione per accelerare il percorso di una legge, contemplata dal manifesto Tory del 2019,
che limiti l’impatto degli scioperi
, soprattutto nel settore ospedaliero, per esempio autorizzando l’ingaggio di personale interinale a tappare i buchi lasciati scoperti dai manifestanti. Mossa tardiva e controproducente, secondo gli addetti ai lavori, che potrebbe inasprire ulteriormente le relazioni con i sindacati.
Secondo questi ultimi il regime in vigore nel Paese che ha dato i natali ai movimenti operai, basato su una legge aggiornata nel 2016, è già fin troppo restrittivo. Qualsiasi nuova
stretta verrebbe percepita come un «attentato»
al diritto di sciopero, ai limiti con gli standard fissati dall’Organizzazione internazionale del lavoro. Tema scottante non solo per i conservatori. Il capo della sinistra britannica, Keir Starmer, che nei mesi scorsi ha chiesto ai suoi deputati di disertare i picchetti dei manifestanti allestiti da nord a sud del Paese, ha un approccio piuttosto tiepido alla causa dei sindacati.
Nonostante le donazioni
da 15,28 milioni di sterline da questi elargite
al partito negli ultimi due anni. I labour bollano come «sbagliata» la legislazione al vaglio del governo ma preferiscono glissare sull’opportunità di correggerla o abrogarla in caso di ascesa al potere. Mossa «troppo precipitosa» ha chiarito Rachel Reeves, il Cancelliere dello Scacchiere del governo ombra, in un incontro organizzato a Canary Wharf con 350 operatori della City.
L’evento, lontano anni luce dalla
“pancia” del Paese, ha rappresentato per il partito
, che i sondaggi danno in vantaggio di circa 25 punti sui Tory alle elezioni del 2024, il lancio della cosiddetta «prawn cocktail offensive 2.0» versione aggiornata e rivista dell’offensiva, sofisticata come un cocktail di gamberi, lanciata negli anni ’90 per conquistare l’appoggio dell’imprenditoria.
Manovra da campagna elettorale.
Come lo è stata
, a Leeds, la presentazione di un manifesto che registra il progresso immobile della sinistra britannica che promette l’abolizione della Camera dei Lord, una devolution rafforzata e nessun ritorno al mercato unico europeo. Agenda sovrapponibile in parte a quella dei Tory.
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