Medio Oriente. La guerra al Califfato: ecco le città chiave
Dopo la riconquista di Ramadi da parte dell'esercito iracheno, cambia la mappa del conflitto con il Califfato. Ecco le città strategiche, in Siria e in Iraq.
IN SIRIA
KOBANE La città curda, che si trova sulla frontiera siro-turca, è stata eletta a simbolo della lotta contro il Daesh. Infatti, i jihadisti sono stati cacciati il 26 gennaio del 2015 dopo quattro mesi di intensi combattimenti delle forze curde con il sostegno dei raid della coalizione internazionale. La battaglia è costata alla fine circa duemila morti. Kobané (Aïn al-Arab, in arabo) è il capoluogo di uno dei tre 'cantoni' della regione in cui i curdi hanno instaurato una specie di area autonoma dall’inizio della crisi siriana. TAL ABYAD Città alla frontiera siro-turca. È stata occupata dall’allora Isis nel giugno 2014 e riconquistata dalle forze curde il 16 giugno 2015, privando così il Califfato di un importante punto di transito di combattenti e armi. Prima della guerra siriana contava 130.000 abitanti di diverse etnie (arabi, curdi, turkmeni e arabi). La città gode di una certa autonomia all’interno della regione curdo-siriana e rappresenta perciò un laboratorio sulla possibile convivenza tra etnie e religioni nel futuro Stato siriano. RAQQA Situata nel nordest della Siria, sul fiume Eufrate, contava prima della guerra oltre 200mila abitanti. È stata strappata dall’allora Is ai gruppi ribelli siriani. Il Daesh l’ha poi eletta a suo principale feudo in Siria. È verso Raqqa che puntano le Forze democratiche siriane, la nuova coalizione militare che riunisce curdi, turkmeni e assiri insieme con diverse tribù sunnite. I raid della coalizione si sono intensificati contro la città dopo la rivendicazione da parte del Daesh degli attentati di Parigi del 13 novembre. PALMIRA È la maggiore conquista da parte del Daesh nel corso di quest’anno. L’antica capitale di Zenobia si trova nel deserto siriano, a 205 chilometri a est di Damasco, ed è stata conquistata dal Daesh il 21 maggio del 2015. In seguito i jihadisti hanno distrutto parte del ricco patrimonio archeologico della città inserita nella lista dell’Unesco, come i templi di Baalshamim e di Bel. L’anfiteatro romano è stato usato per mettere in scena delle barbare esecuzioni di soldati di Assad per mano di ragazzi indottrinati.
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