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Marocco. Sì alla legge anti-violenza sulle donne, ma le mogli restano escluse

Federica Zoja venerdì 16 febbraio 2018

La legge contro la violenza sulle donne è stata adottata dal Parlamento del Regno del Marocco. Il cammino della norma è stato lungo – ci sono voluti oltre 1.200 giorni ai legislatori per farla arrivare in porto – e tortuoso – svariati i “rimpalli” dalla Camera dei deputati a quella dei Consiglieri (Shura) – , ma alla fine la legge Hakkaoui, dal nome della responsabile del Dicastero della Famiglia, della Solidarietà, della Donna e dello Sviluppo sociale, che l’ha promossa, è passata. La ministra Bassima Hakkaoui, membro del partito Giustizia e Sviluppo (islamista, a guida della coalizione di governo), ha esultato su Twitter scrivendo: «Finalmente, grazie a Dio». La legge 103-13 è il frutto di una bozza redatta inizialmente nel 2013. Dopo diverse battute d’arresto, la scorsa estate il testo è tornato di drammatica attualità a seguito di un fatto di cronaca: le molestie sessuali subite da una adolescente che viaggiava in pieno giorno su di un autobus del trasporto pubblico. Nella più totale indifferenza dei presenti, qualcuno ha girato un video e lo ha caricato su Facebook, portando alla luce un caso emblematico.

L’episodio ha riacceso il dibattito, imprimendo così alla discussione parlamentare un’imprevista accelerazione. Non mancano tuttavia lunghe ombre, evocate dalle associazione per i diritti delle donne: il testo estende il termine violenza agli atti di aggressione, alle molestie anche via Sms, ai messaggi vocali o alle foto, allo sfruttamento sessuale, all’aggressione sul posto di lavoro e agli abusi e inasprisce le punizioni in casi di situazioni aggravanti quali la gravidanza o nel caso che la violenza sia perpetrata da persone conosciute. E d’ora in poi, dunque, chi molesta una donna per strada sarà punibile con 6 mesi di prigione; fino a un anno chi forza il matrimonio di una minorenne. Ma non prende in considerazione la violenza coniugale. La pressione delle forze politiche islamiste e delle autorità religiose alla fine ha prevalso.

Il codice penale marocchino all’articolo 486 punisce la violenza sessuale ma presenta ambiguità nella definizione, secondo gli esperti di diritto. Oltre il 40% delle donne intervistate dalla Commissione superiore per la pianificazione, rappresentative della popolazione femminile fra i 18 e i 64 anni, ha dichiarato di essere stata «vittima di un atto di violenza».