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Il conflitto. La Russia riconosce a un reclutato il diritto all'obiezione di coscienza

Redazione Esteri venerdì 24 novembre 2023

Una pubblicità dell'esercito a una fermata di autobus a Mosca: «Unisciti ai tuoi. Il vero lavoro»

La Corte Suprema russa ha riconosciuto a un cittadino fedele di una Chiesa evangelica protestante e obiettore di coscienza il diritto di non essere reclutato per il conflitto in Ucraina e di prestare servizio alternativo. Lo riferisce il sito indipendente Meduza.

Il caso riguarda Pavel Mushumansky, un residente della regione di Leningrado (di cui è capoluogo San Pietroburgo), appartenente al movimento dell’Evangelismo. L’uomo, sulla base delle sue convinzioni religiose, aveva già svolto servizio alternativo a quello militare prima dell'intervento russo in Ucraina. Quando ha ricevuto la chiamata per la mobilitazione ha fatto richiesta di riprendere il servizio alternativo, ma è stato ugualmente inviato a una base militare con la motivazione che in questo caso la legge non riconosceva il diritto all’obiezione di coscienza.

Mushumansky ha presentato ricorso alla Corte regionale di Leningrado, la quale gli ha dato ragione stabilendo che la Costituzione prevede l’obiezione di coscienza indipendentemente dal tipo di chiamata alle armi, e quindi anche per andare in guerra. Una sentenza confermata ora dalla Corte Suprema.

Sul terreno ucraino si continua a combattere. Per la terza volta le forze russe hanno attaccato la città orientale di Avdiivka e bombardano sistematicamente il centro del polo industriale, informa il governatore Vitaly Barabash. La città quasi circondata, vicino alla roccaforte regionale di Donetsk in mano ai russi, ha affrontato un feroce attacco per più di un mese. Il ministero della Difesa di Mosca afferma che 13 droni ucraini sono stati abbattuti sopra la Crimea e altri 3 sopra la regione russa di Volgograd. Non si registrano vittime o danni particolari.