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Russia. Il freddo di Mosca saluta Gorbaciov. Funerali "di Stato" senza Putin

Marta Ottaviani giovedì 1 settembre 2022

Mikhail Gorbaciov e la moglie Raissa in visita da Papa Giovanni Paolo II in Vaticano nel 1989

Il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà ai funerali di Mikhail Gorbaciov. Lo fa sapere il Cremlino. Putin si
è recato stamane a rendere omaggio alla salma di Gorbaciov in una camera ardente allestita presso la Clinica ospedaliera centrale a Mosca, dove l'ultimo leader sovietico è morto martedì sera.

Raramente la morte di un leader che ha fatto la storia è stata tanto ignorata nel suo Paese. Ma nella Russia di Vladimir Putin tutto è possibile, anche che Mikhail Sergeevich Gorbaciov, ultimo Segretario generale del Pcus, colui che pose fine all’Unione Sovietica, sia morto martedì sera nella sostanziale indifferenza dei media e che sabato avrà funerali di Stato “alternativi”, senza la presenza dei capi di Stato stranieri.

Anche perché, in tal caso, il Cremlino avrebbe avuto qualche problema: l’isolamento a cui è sottoposta la Russia dall’inizio della guerra contro l’Ucraina avrebbe reso possibile solo la presenza di leader con una visione del mondo diametralmente opposta rispetto all’uomo della glasnost e della perestroika. La sua salma sarà esposta nella Sala delle Colonne della Casa dei Sindacati di Mosca, ossia nel pieno centro della capitale, dietro il teatro Bolshoij, a poche decine di metri dalla Piazza Rossa e dove, in precedenza, sono stati esposti i corpi di Stalin e Lenin.

Martedì sera, le televisioni hanno totalmente ignorato la dipartita dell’ex presidente. I quotidiani, ieri, hanno dedicato l’apertura a colui che ha cambiato tutto, ma sottolineandone più gli errori che i meriti. L’unica voce totalmente a favore di Gorbaciov è stata quella della testata Novaya Gazeta, di cui il politico era in parte proprietario.

Il direttore, il premio Nobel per la Pace 2021 Dmitrij Muratov, è stato uno degli ultimi a visitarlo in ospedale. Un incontro breve, date le condizioni di salute sempre più precarie, ma durante il quale l’ex presidente aveva esortato «a evitare in tutti i modi una guerra nucleare».

Toccante anche la testimonianza della Ong Memorial, una delle più autorevoli e storiche della Russia, bandita lo scorso anno, nata proprio per denunciare i crimini commessi durante l’Unione Sovietica. Irina Scherbakova, una delle sue fondatrici, ha sottolineato come, con la morte di Gorbaciov, si è spenta «una luce di speranza» per tutti i liberali russi, «la possibilità, poi persa, di essere un Paese democratico, un Paese libero».

Il presidente, Vladimir Putin, lo ha commemorato con un telegramma così scarno da indurre a pensare che avrebbe preferito ignorarlo. «Mikhail Gorbaciov – si legge sul sito del Cremlino – è stato un politico e statista che ha avuto un enorme impatto sul corso della storia mondiale. Ha guidato il nostro Paese in un periodo di cambiamenti drammatici e complessi, di politica estera su larga scala, di sfide economiche e sociali. Capì profondamente che le riforme erano necessarie, si sforzò di offrire le proprie soluzioni a problemi urgenti».

Per il resto, silenzio o quasi, anche da quelle giovani generazioni di politici che, secondo alcuni analisti, avrebbero potuto rappresentare un futuro diverso per la Russia. Unica voce fuori dal coro, quella del dissidente, Alexeij Navalny, che dal carcere di massima sicurezza dove è detenuto, ha parlato di un leader «che seppe lasciare il potere in modo pacifico». In evidente contrapposizione con quello attuale.

Se dentro ai confini nazionali si è tiepidi, fuori è un coro unanime di cordoglio. Dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Germania, passando per il premier Mario Draghi, la voce dell’Occidente si è levata per commemorare chi, anche solo per un soffio, ha fatto sperare tutti in un mondo migliore. La percezione di Gorbaciov cambia andando verso l’Estremo Oriente, a delineare un ordine mondiale che risponde alla Guerra Fredda del Terzo Millennio.

La stampa cinese ha bollato l’ultimo leader sovietico come un «ingenuo», una «figura tragica» che «ha soddisfatto i bisogni di Usa e Occidente senza morale», responsabile di «gravi errori».

Per sua espressa volontà, il corpo di Gorbaciov riposerà nel cimitero monumentale di Novodevicij, vicino all’omonimo convento, ma soprattutto accanto a Raijssa, la donna della sua vita, che nel 1999 lo ha lasciato solo a combattere la sua battaglia contro una Russia che se a un certo punto ha smesso di amarlo, di certo lo ha capito poco, e negli ultimi anni lo ha ignorato, fino all’atto finale.

Tutte cose che Gorbaciov sapeva da tempo. Tanto da premunirsi. In un’intervista rilasciata nel 2011, alla domanda su come lo avrebbe giudicato la storia, l’ultimo leader comunista rispose: «La storia è una donna capricciosa ed è difficile dire quale sarà il suo disegno. Ma voglio anticiparla, per dire che, in generale, Gorbaciov è un bravo ragazzo. Aspirava a fare qualcosa di molto importante, serio per le persone. Non tutto ha funzionato, ma molto».