Russia. Proteste in 90 città contro Putin: 1.600 persone fermate
L'arresto di Navalny a Mosca (Ansa)
Sono almeno 1.600 le persone fermate dalla polizia russa durante le manifestazioni di protesta anti-Putin a Mosca e in altre 90 città della Russia contro il presidente russo, Vladimir Putin, in vista dell’insediamento per il suo quarto mandato al Cremlino, in programma lunedì 7 maggio.
Il leader dell’opposizione Alexeij Navalny, che era stato avvertito dalle autorità di non organizzare manifestazioni non autorizzate, aveva dichiarato nei giorni scorsi: «Costringeremo le autorità, composte da imbroglioni e ladri, a prendere in considerazione i milioni di cittadini che non hanno votato per Putin».
Navalny, blogger 41enne che era stato estromesso dalle scorse elezioni con quello che lui ha definito un pretesto, oggi è stato fermato dalla polizia a Mosca in viale Tverskaia, nella capitale russa, durante la manifestazione “Per noi non è lo zar” che lui stesso aveva promosso. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e utilizzato la forza, per tentare di disperdere la manifestazione di Mosca. Nella sola capitale, riferisce l’Ong Ovd-Info, sarebbero state fermate 704 persone.
Le proteste sono partite nelle regioni russe dell’estremo oriente e della Siberia, con decine di manifestanti fermati. «Gli arresti sono stati condotti in modo indiscriminato», hanno riferito alcuni osservatori indipendenti. «Alcuni fermati presentavano anche graffi e lividi», hanno aggiunto. A Novokuznetsk, nella Siberia sud-occidentale, le manette sono scattate nei confronti di una decina di minatori, ha riportato il sito indipendente Ovd-Info.
Gli osservatori temono che le proteste possano portare a scontri con la polizia e arresti di massa, come avvenne nel maggio 2012, quando decine di migliaia di persone scesero in piazza per protestare contro l’insediamento per il terzo mandato di Putin. Centinaia di manifestanti vennero arrestati e molti di loro vennero condannati a pene fino a cinque anni di carcere.