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BARACK OBAMA. «Guerra non è con islam ma con al Qaeda»

venerdì 10 settembre 2010
«Non siamo in guerra con l'islam», ha detto il presidente americano Barack Obama durante la sua conferenza stampa di oggi alla Casa Bianca. Catturare o uccidere Osama bin Laden, il cervello dell'11 settembre, e i suoi più stretti collaboratori, «è estremamente importante» e rimane «una delle priorità assolute» dell'Amministrazione Usa, ha indicato il presidente degli Stati Uniti.E quanto alla vicenda della moschea di Ground Zero, gli americani «hanno l'inalineabile diritto» di «praticare liberamente la loro religione». «Se si può costruire in un posto una chiesa - ha affermato - vi si può costruire una sinagoga, se si può costruire un tempio hindu in un sito alora bisognerebbe poterci costruire anche una moschea». «I musulmani mandano i figli a scuola assieme ai nostri figli, sono i nostri vicini, i nostri amici» e ora ci comportiamo come se la loro religione fosse «offensiva», ha proseguito il presidente, ricordando che in Afghanistan combattono anche soldati di nazionalità americana e fede musulmana che indossano la divisa degli Stati Uniti.La vicenda della minaccia di bruciare una copia del Corano, ha detto ancora, ha reso «la vita molto più difficile» per le truppe americane nei Paesi musulmani.IL PASTORE JONES E IL CORANO AL ROGOIl pastore Terry Jones ha annunciato che domani, anniversario dell'11 settembre, non brucerà il Corano. E' solo l'ultimo dei "ripensamenti" del reverendo, che nelle ore scorse aveva fatto sapere di non aver ancora rinunciato al suo progetto. Intanto cresce la protesta in tutto il mondo: migliaia di persone hanno manifestato oggi davanti ad una base Nato gestita dai tedeschi nel nord-est dell'Afghanistan e uno dei dimostranti è rimasto ucciso dopo che i militari hanno aperto il fuoco.In Belgio, un'organizzazione islamica integralista ha lanciato un appello a tutti gli musulmani affinchè brucino le bandiere americane «ovunque voi siate: per strada, in un parco, davanti l'ambasciata Usa a Bruxelles o anche nel giardino di casa vostra». E dalla Mecca l'imam Saleh Ben Khumaid ha avvertito: il rogo della Florida non è altro che «un'incitazione al terrorismo». Intanto questa mattina si è espresso anche il presidente afghano Hamid Karzai: parlando a Kabul ha affermato che di bruciare il Corano il pastore americano «non dovrebbe nemmeno pensarlo». «Abbiamo saputo che negli Stati Uniti un pastore ha deciso di profanare il Corano. - ha detto Karzai - Ora, sebbene forse alla fine non lo farà, noi gli diciamo che non dovrebbe nemmeno pensarlo».Jones ieri aveva annunciato che avrebbe annullato l'iniziativa, dopo avere ricevuto assicurazione da un imam di Orlando (che faceva da intermediario) che non sarebbe stata costruita la contestata moschea nei pressi di Ground Zero. Jones aveva detto che sabato, invece di bruciare copie del Corano, si sarebbe recato a New York per discutere dello spostamento della moschea in una località più lontana dal luogo dell'attentato dell'11 settembre 2001. Era emerso anche che l'imprenditore immobiliare newyorchese Donald Trump si era offerto di riacquistare per 6 milioni di dollari il palazzo destinato a ospitare il tempio, cioè il 25 per cento in più del valore dell'edificio.Poi però responsabili del centro culturale islamico di New York hanno fatto sapere di non avere raggiunto alcun accordo col pastore. Jones si è detto «deluso» e «scioccato» e ha aggiunto: «Potremmo essere obbligati a rivedere la nostra decisione» di rinunciare al rogo del Corano. L'APPELLO DI FRATTINI«Voci come quelle del reverendo Jones che per ricordare» la tragedia degli attentati dell'11 settembre «propongono di bruciare copie del Corano sono il modo peggiore di ricordarlo e vanno condannate con fermezza». Lo ha scritto Il ministro degli Esteri Franco Frattini in una lettera.«Ricorre domani il nono anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle», spiega il titolare della Farnesina aggiungendo di condannare il piano del pastore della Florida «con la stessa fermezza con cui condanniamo i contro-appelli dei Fratelli Musulmani diretti ai diplomatici americani».LE PROTESTE IN AFGHANISTANSi estende in almeno cinque province dell'Afghanistan la protesta di migliaia di manifestanti contro la minaccia del pastore protestante della Florida Terry Jones di bruciare copie del Corano. Un manifestante è stato ucciso da un colpo d'arma da fuoco davanti alla base tedesca della Nato a Faizabad, nel nord dell'Afghanistan. Proteste sono state inscenate anche a Badghis, nel nord-ovest, e a Ghor e a Herat.La protesta monta anche in Pakistan dove circa 600 manifestanti si sono radunati nella città di Multan, nel centro del Paese, e bandiere americane sono state date alle fiamme.