La campagna. Il riso Focsiv riempie le piazze di «solidarietà globale»
Una volontaria Focsiv della «Campagna Abbiamo riso per una cosa seria¨
Si ripopolano, in questo fine settimana, le piazze d’Italia attorno ai mille banchetti della campagna «Abbiamo riso per una cosa seria».E l’inconfondibile confezione da un chilo di riso con le foto sovrapposte dei volti di un contadino sudamericano e di una contadina africana, distribuita dai volontari di Focsiv, dell’Azione Cattolica e del Masci, diventa pure un segno di allegria e di concreta speranza.
Se “nulla sarà come prima” dopo il Covid, e mentre si lotta ancora per sconfiggere la pandemia, quel che vuole attraversare questa difficile stagione è il tenace invito della Focsiv a una solidarietà globale. La novità, una bella intuizione forse meritevole di ulteriori sviluppi, è che il riso Roma - proviene dagli agricoltori di Coldiretti aderenti alla Filiera agricola italiana che promuove l’agricoltura familiare - può pure diventare una sorta di “cibo sospeso” per le mense sociali. L’invito di alcuni soci della Federazione delle Ong cattoliche, come il Cisv di Torino e Iscos Lombardia, è di consegnare il pacco di riso ad alcune mense sociali della due metropoli – “Camminare insieme” di Torino, Caritas e Banco alimentare a Milano - mai in passato così affollate come ora. Un passo in più di solidarietà, in questa 19esima campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” promossa da Focsiv in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica e Fondazione Missio. La formula è sperimentata: oggi e domani, in tante piazze, parrocchie e mercati di Campagna Amica in tutta Italia (cfr il sito www.abbiamorisoperunacosaseria.it) - oppure on line sul sito «www.gioosto.com» - sarà possibile fare una donazione di minimo 5 euro per ogni chilo di riso. In questo modo si potranno sostenere 30 micro progetti di agricoltura famigliare in 30 Paesi in Africa, Asia e America Latina.
Questi tre esempi: il Cisv di Torino sostiene il progetto "Migra" (Migrazioni, Impiego, Giovani, Resilienza, Auto-impresa) in Senegal : «Contro il rischio di essere migranti forzati – spiega Marta Buzzatti – vogliamo dare ai giovani che vivono nella zona frontaliera fra Senegal, Guinea Bissau e Guinea Conakry per inserire in percorsi lavorativi giovani, donne e migranti di ritorno con una particolare attenzione al rilancio dell’agricoltura familiare locale». Il riso Focsiv servirà pure a finanziare nel Rajnagar, in India, il progetto “Sapone neem” promosso da “Il sorriso dei popoli” di Melegnano: «Con dei corsi di formazione – spiega Franca Casati - insegneremo a produrre sapone con le foglie di neem», una pianta molto diffusa in India. Una piccola start-up a cui si “Il sorriso dei popoli” vuole aggiungere pure una produzione di caramelle allo sciroppo prodotto con zucche locali.
In Perù opera invece Iscos Lombardia che a Pucayaco, nella diocesi di Huarì, sostiene i progetti della “Casa foresteria”: «Il progetto vuole finanziare dei corsi di formazione per giovani allevatori e dotate ciascun partecipante di un capo di bestiame. Inoltre un casaro di Reggio Emilia andrà in Perù a spiegare come produrre del formaggio a pasta dura, più facile da vendere in mercati distanti. «Un sostegno concreto all’economia rurale e un freno alla migrazione in città», spiega Marta Valtorta.
Le centinaia di migliaia di chicchi di riso dei pacchi della campagna sono una risposta concreta alle cause che hanno generato il Covid-19», sottolinea Ivana Borsotto, presidente Focsiv.
Se la pandemia è anche «la conseguenza delle scelte compiute in questi anni in termini di stili di vita, di consumismo e di spreco», allora «è necessario ed urgente cambiare il paradigma di crescita senza limiti che governa l’economia mondiale con modelli di produzione basati sull’agroecologia, che tutelino l'ambiente, la biodiversità e l’agricoltura familiare». Il rapporto Focsiv del 2020 “I padroni della terra”, prosegue Borsotto, evidenzia come le epidemie, compreso il Covid-19, non sono eventi accidentali, ma sono frutto del nostro impatto sugli ecosistemi. Non solo si depaupera la terra e si entra in contatto con gli agenti patogeni provenienti da specie animali selvatiche, ma si escludono, se non sopprimono, popolazioni originarie dai propri territori, si distruggono biodiversità e si cancellano culture e colture. Per questo i pacchi di riso della campagna «generano un circolo virtuoso: da un lato si è consumatori responsabili, poiché il riso è prodotto da piccoli risicoltori italiani, dall’altra si permette a molti contadini di tutto il mondo di continuare a coltivare le loro terre e di sviluppare una economia sostenibile che salvaguarda i frutti originari dei propri territori».