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Bangladesh. L'Italia in lutto per le vittime di Dacca

R.I. sabato 2 luglio 2016

La conferma è arrivata in mattinata, quando la polizia locale ha fatto il punto della situazione, ufficializzando i 20 morti "tutti stranieri", vittime dall'agguato di Dacca. E precisando che molti erano italiani e giapponesi.

LA STRAGE DI DACCA: LA CRONACA

Alla fine si è verificato lo scenario peggiore: nove gli italiani caduti sotto il fuoco o i coltelli dei terroristi, forse un altro ancora da identificare. Le testimonianze dei sopravvissuti sono terribili: gli ostaggi sarebbero stati invitati a recitare il Corano e chi non sapeva farlo ucciso senza pietà con coltelli affilati. I nomi delle vittime sono stati diffusi dopo che le famiglie erano state avvertite.

Ecco chi sono le 9 vittime

Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi, catena di magazzini tessili del Nord-Est. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro.

Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo. 52 anni, si trovava in Bangladesh per conto dell'azienda Bengler BB srl con sede sulla Cassia nord.

Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone). 40 anni, nato a Spilimbergo, viveva con la madre e il fratello. Era separato e aveva una figlia piccola. Imprenditore nel settore tessile, aveva da tre mesi avviato l'iter per il suo trasferimento in Bangladesh.

Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania. 54 anni, non era sposata, manager nel campo del controllo qualità di Artsana, era in Bangladesh per conto di grandi marchi di abbigliamento. Viveva a Dacca da anni. Aveva casa a Catania ma tornava di rado.

Claudia D'Antona, di Torino. L'imprenditrice assassinata dai terroristi a Dacca viveva nella capitale del Bangladesh ed era con il marito Gianni Boschetti, conosciuto nel '93 a Tirupur (India). Con lui, riuscito a scampare alla strage, aveva guidato prima la società Europoint poi la Fedo Trading.

Simona Monte, 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti). La giovane doveva rientrare in Italia lunedì, e doveva rimanere nel paese dove vivonoi suoi familiari per un anno, in aspettativa, perché da alcune settimane aveva appreso di essere incinta. La circostanza è stata confermata dal fratello, sacerdote della diocesi di Avellino giunto da poco a Magliano. "Questa esperienza di martirio per la mia famiglia e il sangue di mia sorella Simona spero possano contribuire a costruire un mondo più giusto e fraterno", ha dettil il sacerdote.

Vincenzo D'Allestro, 46 anni. Era originario del Casertano, di Piedimonte Matese, e si era trasferito ad Acerra (Napoli) nell'ottobre del 2015. Nato a Wetzikon, in Svizzera, D'Allestro era nel locale doveè avvenuta la strage in compagnia di un'altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti, che nella capitale ha un negozio. Anche la moglie, Maria Gaudio, coetanea di Vincenzo, è originaria di Piedimonte Matese. Vincenzo e Maria si erano sposati nel 1993.

Maria Riboli era nata il 3 settembre 1982 ad Alzano Lombardo. Originaria di Borgo di Terzo, in valle Cavallina, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell'Isola bergamasca. Era mamma di una bambina di tre anni. Maria Riboli lavorava nel settore dell'abbigliamento e si trovava in viaggio per lavoro per conto di un'impresa tessile. Da qualche settimana era in Bangladesh. Ieri sera si trovava all'Holey Artisan Bakery seduta a un tavolino con alcune persone, quando sarebbe stata uccisa da una granata, lanciata da uno dei terroristi islamici.

Claudio Cappelli, 45 anni, da 5 anni aveva una impresa nel settore tessile. Era nato a Palermo e risiedeva con la moglie, figlia del proprietario della Fratelli Beretta Salumi, e con la figlioletta di 6 anni a Barzanò (Lecco). La sua famiglia di origine vive invece a Vedano al Lambro (Monza).

In tutte le città colpite dall'attentato, da Torino a Catania, è stato proclamato il lutto cittadino. Bandiera a mezz'asta a Palazzo Chigi.

Il discorso di Renzi: l'Italia non arretra

Alle 12.30 il premier ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo" verso Dacca. "Anche se ci sono 8.000 chilometri tra la Tunisia e il Bangladesh la scia di sangue è la stessa. "Vogliono strapparci la quotidianità della vita", ma dobbiamo ribadire il valore delle libertà, "i nostri valori sono più forti delle loro follie", ha detto ricordando quando ha accolto in Italia i famigliari delle vittime della strage del Bardo (l'attentato al museo di Tunisi del 18 marzo in cui morirono 22 persone, tra le quali 4 italiani) e i genitori di Valeria Soresin (unica vittima italiana della strage del Bataclan a Parigi, dello scorso 13 novembre costata la vita a 93 persone)."Davanti alla tragedia dell'estremismo radicale, credo sia il momento in cui l'Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamocolpiti ma non piegati ", ha aggiunto Renzi, che si è congedato con un "Viva l'Italia".

Cordoglio anche dal presidente della Repubblica

"Siamo tutti molto angosciati da questo ennesimo atto di barbarie, sperando che si concluda senza vittime" è stato il primo commento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , che ha sospeso la sua visita di Stato in America Latina per rientrare a Roma.

L'inchiesta della Procura di Roma

La procura di Roma ha aperto un'inchiesta. L'indagine, al momento contro ignoti, è stata avviata per omicidio e sequestro di persona a fini terroristici.