Da oggi alle urne. Referendum in Egitto: Sisi vuole il plebiscito per diventare faraone
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi chiede di essere riconfermato fino al 2034 (Ansa)
Da oggi a lunedì, i votanti egiziani potranno esprimersi riguardo agli emendamenti costituzionali appena approvati dal Parlamento. Il presidente dell’Autorità nazionale per le elezioni, Lasheen Ibrahim, ha rivolto un appello agli egiziani affinché partecipino al referendum: «La nazione si rivolge al grande popolo d’Egitto perché continui a costruire la democrazia e dia la sua opinione sugli emendamenti costituzionali » attraverso il voto, che è «un dovere nei confronti della nazione ». In estrema sintesi, la riforma prevede che l’esercito diventi «guardiano della Costituzione, dei principi democratici e dello Stato civile».
Una vera e propria incoronazione per le Forze armate, il presidente Abdel Fattah al-Sisi e il blocco di potere a loro collegato nel mondo economico- finanziario. Sono 13 gli articoli che il Parlamento ha modificato, 2 quelli che rappresentano una novità. Quanto voluto dai rivoluzionari del 2011, cioè la riduzione a due mandati presidenziali di quattro anni l’uno (in reazione alla dittatura trentennale di Mubarak), viene ora convertito in due mandati consecutivi di sei anni l’uno. E, solo per il presidente al-Sisi, si introduce la clausola dei quattro mandati: di fatto, dopo la naturale scadenza del secondo mandato nel 2022, il suo incarico potrà proseguire fino al 2034. Accanto a lui, farà la sua comparsa un vice presidente (non accadeva dai tempi di Sadat).
La presidenza potrà pure nominare i vertici della magistratura. Risorgerà inoltre la Camera alta del Parlamento, quel consiglio consultivo di nomina presidenziale (la shura) cancellato dai rivoluzionari. Ora si chiamerà Senato, avrà poteri più ampi sebbene numero di membri ristretto rispetto al passato. Farà il suo ritorno anche il ministero dell’Informazione, eliminato otto anni fa. Il legislatore introduce infine articoli tesi alla tutela delle minoranze, con una maggiore rappresentanza nell’emiciclo per cristiani, donne, egiziani all’estero, disabili e alcune categorie professionali. La Costituzione cambiata era già comunque stata modificata nel 2014, al fine di escludere la Fratellanza musulmana dalla scena politica.