Il rapporto. Human Rights Watch: migranti, da Italia e altri linea dura opportunistica
Ansa
"Leader influenti nell'Unione europea hanno usato le migrazioni per alimentare la paura, giustificare politiche contro i diritti umani e bloccare significative riforme nel 2018, nonostante la diminuzione degli arrivi ai confini": nello stesso anno, tuttavia, "le istituzioni europee e alcuni degli Stati membri in prima persona hanno dimostrato un grande impegno nel contenere gli attacchi alle istituzioni democratiche e a riaffermare il ruolo della legge in Ungheria e Polonia": lo afferma Human Rights Watch nel suo Rapporto mondiale 2019.
Il rapporto non risparmia l'Italia: "Partiti populisti estremisti che hanno adottato agende politiche nazionaliste hanno guadagnato terreno alle elezioni in diversi Paesi esercitando una smisurata influenza sulle politiche europee. Nonostante il gestibile numero di arrivi di migranti ai confini europei, i governi anti-migranti di Italia, Austria e Ungheria, hanno adottato una opportunistica 'linea dura' ostacolando accordi sulla riforma delle norme europee sul diritto d'asilo e una equa distribuzione delle responsabilità rispetto agli arrivi di migranti e richiedenti asilo".
Nel capitolo dedicato ai recenti sviluppi delle politiche migratorie in 10 Stati membri dell'Unione europea, Human Rights Watch esamina il livello di discriminazione e intolleranza, il ruolo della legge, l'influenza del terrorismo e del controterrorismo. Tra i contesti più problematici, indica, in Europa, l'Ungheria, la Romania, Grecia e Turchia, ma non risparmia l'Italia, la Francia e il Regno Unito, sottolineando 'in rosso' la decisione italiana di chiudere i porti alle ong, la campagna anti Soros e anti ong in Ungheria, l'attacco della Polonia all'indipendenza giudiziaria, le implicazioni della Brexit legate ai diritti umani.
"Migranti e richiedenti asilo, incluse centinaia di minori non accompagnati si sono visti negare protezione in Francia, e vivono spesso in strada, in condizioni miserabili. Migliaia di richiedenti asilo hanno subito lo stesso destino in Grecia, spesso confinati sulle isole e non autorizzati a raggiungere la terraferma".
E la xenofobia non è la sola malattia della nuova Europa, secondo Hrw: discriminazioni e razzismo toccano minoranze come i rom, ebrei e musulmani, le donne, i gay.
"Abbiamo visto nel 2018 i leader populisti in Ue fomentare la paura e gettare alle ortiche i diritti con poca attenzione alle conseguenze - ha detto Benjamin Ward, vicedirettore di Hrw per l'Europa e l'Asia centrale. "Per fortuna, abbiamo alcune istituzioni e Stati dell'Unione europea intenzionati a tener testa al pericoloso misconoscimento dei populisti per i valori fondamentali dell'Europa. "Nuove alleanze tra governi rispettosi dei diritti hanno spesso reagito e, insieme a strati della società civile e opinione pubblica, stanno alzando il prezzo degli eccessi autocratici. I loro successi dimostrano la possibilità di difendere i diritti umani - e la responsabilità di farlo - anche nei tempi più oscuri".