Un attacco con razzi e colpi di
mortaio contro la base dei caschi blu. Il Mali torna ad
infuocarsi. A otto giorni dal sanguinoso attentato nell'hotel
Radisson di Bamako nel quale persero la vita 20 persone, questa
mattina una base dell'Onu a Kidal, nel nord del Paese, è stata
bombardata da un gruppo di uomini armati con un bilancio di
almeno tre morti: due peacekeeper Onu della Guinea e un
contractor.
Un attentato che non è stato ancora rivendicato ma che si
teme possa essere opera dei jihadisti di al Mourabitoun, il
gruppo estremista legato ad al Qaida ma forse confluito
nell'Isis, che il 20 novembre seminò il terrore nella capitale.
La tensione resta alta anche in Egitto dove questa mattina
quattro poliziotti sono rimasti uccisi in un attentato nella
zona turistica di Saqqara, a Giza, a sud del Cairo. Secondo la
sicurezza, "terroristi armati" a bordo di una moto hanno sparato
a un checkpoint uccidendo gli agenti e poi si sono dati alla
fuga. Nessuna sigla si è assunta la paternità della sparatoria
che si è verificata ad appena quattro giorni dall'attacco messo
in atto dall'Isis contro un hotel che ospitava dei giudici a El
Arish, nel nord del Sinai, con un bilancio di almeno 6 morti.
Nella città maliana di Kidal erano da poco passate le 4 del
mattino quando un commando armato ha bombardato il quartier
generale dell'Onu. "Questi attacchi codardi non fermeranno la
determinazione delle Nazioni Unite a sostenere il popolo del
Mali e il processo di pace", ha tuonato il segretario generale
di Minusma, Mongi Hamdi, assicurando che "l'Onu sta rafforzando
le sue misure di sicurezza" nel Paese africano. Nell'attacco,
oltre alle tre vittime sono "rimaste ferite anche una ventina di
persone, di cui 4 gravi", ha aggiunto la missione Onu. Dura la
condanna dell'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: "Gli
attacchi alla Minusma sono un colpo alla stabilità del Paese e
all'attuazione dell'accordo di pace firmato a giugno - ha
precisato -. L'Ue riafferma il suo pieno sostegno alla Minusma e
all'intesa, e resta vicina al Mali, ai Paesi del Sahel e alle
Nazioni Unite nella lotta contro il terrorismo".
La regione di Kidal e le aree settentrionali del Paese erano
cadute nella primavera del 2012 nelle mani dei gruppi jihadisti
legati ad al Qaida. Poi meno di un anno dopo, grazie
all'intervento militare francese nel gennaio del 2013, la
regione era stata ripulita in parte dai terroristi, che però
non avevano abbassato la testa. Nel corso degli ultimi due anni
sono stati numerosi gli assalti alla base dell'Onu.