Si fanno sempre più incandescenti i
rapporti tra Mosca e Ankara dopo l'abbattimento di un jet
militare russo da parte degli F-16 turchi.
La Russia ha annunciato dure misure
economiche contro la Turchia dando concretezza così alle
"serie conseguenze" minacciate da Putin.
Erdogan non sta di certo a guardare. Cerca di
ricucire la spaccatura con Mosca invitando Putin a una
chiacchierata a quattr'occhi lunedì al vertice sul clima a
Parigi: una proposta che però il leader del Cremlino non intende
per ora accettare. E dopo il monito lanciato ieri alla Russia avvertendola che è meglio "non scherzare
col fuoco" prova a chiedere scusa ai russi. "Vorremmo che non fosse mai successo. Spero che una
cosa del genere non accada più". Intanto il ministero degli Esteri turco ha consigliato ai turchi di evitare i viaggi "non urgenti" in
Russia.
Putin da parte sua firma la dichiarazione di guerra: un decreto per
introdurre rigide sanzioni economiche contro la Turchia. È
vietata l'importazione in Russia di alcuni tipi di prodotti
turchi e si introducono divieti e limitazioni alle attività
delle organizzazioni turche. Dal primo gennaio i datori di
lavoro russi non potranno inoltre assumere cittadini turchi. Le sanzioni di Mosca contro Ankara
colpiscono inoltre il settore turistico turco (l'anno scorso tre
milioni di turisti russi sono stati in Turchia): nel decreto
firmato da Putin si ordina ad agenzie e operatori turistici di
"astenersi" dal vendere pacchetti di viaggi che hanno come
destinazione la Turchia. Vengono sospesi anche i voli charter
tra i due Paesi. Inoltre, come anticipato ieri, si ripristina il
regime dei visti tra Russia e Turchia a partire dal primo
gennaio: una misura adottata dopo aver raccomandato ai cittadini
russi di non visitare la Turchia e a quelli che si trovano là di
rimpatriare a causa della "minaccia terroristica".
Putin ha inoltre ordinato di rafforzare "per motivi di
sicurezza" i controlli nei porti e sulle attività degli
autotrasportatori turchi. Le sanzioni hanno una durata
"provvisoria" ma indeterminata: entrano in vigore con la
pubblicazione del decreto e restano valide finché non saranno
cancellate dal governo russo.