L'annuale discorso di Vladimir Putin sullo stato della
nazione è iniziato subito dalla Crimea e dall'Ucraina: quello che
l'Occidente ritiene il motivo dell'attuale crisi con la Russia e
delle conseguenti difficoltà economiche che il Paese vive per via
delle sanzioni, per Putin è solo una scusa degli Usa e dei loro
alleati usato per indebolire la Federazione. "Ogni volta che
qualcuno crede che siamo diventati troppo forti e indipendenti,
vengono applicati immediatamente questi strumenti", ha dichiarato,
mentre le tv trasmettevano la diretta del suo intervento.
«La Crimea è sacra». Tra gli
applausi della platea, il presidente ha ribadito che la Crimea si è
"unita" a Mosca in modo "legittimo" e che la penisola sul Mar Nero ha
un "enorme valore sacro e civile" per la Russia, "come il Monte del
Tempio a Gerusalemme per coloro che professano l'ebraismo e l'islam".
E questo sarà così "per sempre".
Ucraina, «non ci auto-isoleremo». Sull'Ucraina (dove è avvenuto un "colpo di Stato") Putin ha comunque usato
toni di apertura, promettendo sostegno alle riforme di Kiev e
"rispetto verso il popolo fratello e la sua sovranità". La crisi
nella ex repubblica sovietica non implicherà un auto-isolamento della Russia. Putin ha escluso che Mosca sia
intenzionata a intraprendere "una corsa al riarmo", ma ha assicurato
senza mezzi termini che "si difenderà".
La Russia «non si lascerà smembrare». Putin ha poi usato l'occasione per
ribadire che lo Scudo anti-missile degli Usa in Europa,
rappresenta "una minaccia non solo per la Russia, ma per il
mondo intero". Non è mancato l'attacco agli "amici americani"
e ai loro alleati, accusati di "cinismo" e di volere
"smembrare" la Federazione, in uno "scenario jugoslavo". "Ma
non glielo abbiamo permesso", ha rassicurato il pubblico.
Amnistia per il rientro dei capitali. Putin non ha apertamente ammesso l'esistenza di una
crisi economica, ha parlato di "tempi stressanti e difficili"
per il Paese, ma ha dichiarato che le sanzioni sono solo un
"enorme incentivo per accelerare lo sviluppo" interno. Ha
proposto
una "piena amnistia" per i capitali che rientrano dall'estero,
di mettere fine alla "pagina dell'offshore", di "congelare le
attuali condizioni fiscali e non cambiarle per quattro anni" e
di non pressare i piccoli e medi imprenditori con "controlli,
senza fine". Controllare l'inflazione e stimolare la crescita,
sono a suo dire, due obiettivi fondamentali, insieme alla
necessità di ottimizzare gli investimenti usando i "risparmi"
della Russia. Tuttavia dopo il discorso alla nazione il rublo ha continuato a
perdere valore. Secondo gli esperti, l'effetto positivo
delle promesse in senso liberale è stato annullato dalla
retorica aggressiva e anti-occidentale della prima parte del
discorso, con cui di fatto il presidente ha cercato di
distogliere l'attenzione dalle prospettive di crisi economica,
puntando di nuovo il dito contro i nemici esterni della Russia,
ma senza affrontare realmente i problemi interni del Paese.