La Russia di Vladimir Putin contro Twitter. Il popolare social network americano sarebbe colpevole di aver "continuato a ignorare le richieste di cancellazione dei contenuti" fatte dal Roskomnadzor, l'ente statale russo per il
monitoraggio delle telecomunicazioni.
Ad affermarlo è Maxim
Ksenzov, numero due dell'ente, precisando che il blocco del
servizio in tutta la Russia, di fronte a questa condotta del
social network, potrebbe essere "inevitabile".
Il politico Ruslan Gattarov ha accusato Twitter di violare le
leggi sui dati personali, ignorando le direttive del governo.
Mentre il portavoce del Roskomnadzor Vadim Ampelonsky, secondo
quanto riportato da Itar-tass, ha aggiunto che l'ultimo
contenuto eliminato da Twitter risale al 26 febbraio e
riguardava informazioni non consentite sul conflitto siriano che
includevano anche foto di cadaveri ed esecuzioni. Da quel
momento il social network ha assunto una "posizione non
costruttiva".
In un'intervista a un giornale locale citata dal Washington
Post, Ksenzov ha spiegato che Twitter è uno "strumento
politico", aggiungendo che "le conseguenze del blocco dei social
network" sarebbero minori rispetto al "danno subito dalla
società russa".
Si tratta dell'ultimo capitolo di una lunga battaglia tra
governo e rete. Il 22 aprile scorso la Duma ha approvato una
controversa legge che costringe i blogger con più di 3mila
contatti giornalieri a registrare le proprie generalità al
Roskomnadzor. In base a questa norma "i blog avranno le stesse
restrizioni dei mass media senza però avere gli stessi
privilegi", ha commentato Hugh Williamson, direttore di Human
Rights Watch per l'Europa e l'Asia Centrale. "Internet è
l'ultima isola di libera espressione in Russia - ha continuato -
e questa legge la pone sotto il controllo governativo".
Lo stesso giorno della legge sui blogger Pavel Durov,
fondatore di Vkontakte.com, il social network più grande della
Russia con più di 250 milioni di utenti, ha deciso di lasciare
il Paese, denunciando che nel dicembre 2013 i servizi segreti
russi chiesero al sito di fornire i contatti dei gruppi di
Euromaidan.
Secondo lo Zuckerberg russo, sarebbe stato
licenziato in seguito alla presa del controllo del sito da parte
di alcuni oligarchi vicini a Putin. "Sono fuori dalla Russia e
non ho intenzione di tornarci", aveva dichiarato Durov.
"Sfortunatamente il Paese non è compatibile con
Internet".