Le forze di sicurezza siriane hanno sparato pallottole vere sabato a Daraa, nel sud del Paese, contro i residenti che partecipavano a una nuova manifestazione anti-regime seguita al funerale di alcune vittime uccise sabato. Lo riferiscono testimoni oculari ai siti di monitoraggio NowSyria e Rassd, che trasmettono anche su Twitter."Non permetteremo azioni di sabotaggio che minaccino l'unità nazionale e destabilizzino le fondamenta della politica siriana". È quanto si legge in un comunicato emesso dal
ministero dell'Interno di Damasco a commento delle proteste e degli scontri di ieri, in cui si torna ad accusare "gruppi armati" di aver agito come provocatori e aver sparato contro i manifestanti. Il comunicato, diffuso dall'agenzia Sana, parla di "cospiratori spinti da forze straniere che rifiutano le riforme" avviate dal presidente Bashar al-Assad."Questa gente si è infiltrata tra i manifestanti per seminare discordia tra cittadini e forze di sicurezza - si legge ancora - Ha dato fuoco alle istituzioni pubbliche, ha attaccato i soldati e gli agenti di sicurezza che invece hanno evitato di aprire il fuoco. Questo ha causato un gran numero di morti e feriti tra i militari". Ieri, sempre tramite l'agenzia Sana, Damasco ha diffuso un comunicato in cui affermava che 19 agenti sono stati uccisi da "uomini armati" negli scontri verificatisi a Daraa, nel sud della Siria. Diversa la versione degli attivisti e dei testimoni, che parlano di una trentina di morti tra i manifestanti.Sarebbero invece 24 i manifestanti uccisi in nelle proteste anti-governative di venerdì secondo il capo dell'organizzazione nazionale per i diritti umani, Ammar Qurabi. "Abbiamo i nomi di 19 manifestanti uccisi a Deraa e abbiamo notizia di due morti a Homs e tre a Harasta", ha spiegato Qurabi dal Cairo, dove vive in esilio. Qurabi ha anche denunciato l'impiego da parte delle forze di sicurezza di un gas che provoca lo svenimento. L'Unione Europea ha sollecitato Damasco ad avviare "riforme significative" e a fare in modo che siano subito attuate. L'appello è arrivato da Catherine Ashton, Alto responsabile per la politica estera dei 27. "Condanno le continue violenze", ha affermato in una nota giunta dopo i disordini "avvenute durante le proteste per la democrazia e la libertà". "Al popolo siriano", ha aggiunto, "deve essere permesso di esprimere le proprie doglianze senza paura di intimidazioni,repressioni e arresti".